Nuovo appuntamento con la rubrica il Tacco di Socrates, curata dal nostro amico Sandro Di Loreto.
Simone,
cuore laziale, testa da professionista. La nostra storia insieme meritava un epilogo differente. Comprendo che per noi semplici tifosi amare incondizionatamente é più semplice. Non abbiamo in gioco i nostri interessi professionali, non siamo pagati per innamorarci, non abbiamo tentazioni. Sabato ci incontreremo di nuovo e per la prima volta, dopo tanto tempo non avrai l’aquila sul petto, ma un serpente (guarda caso tentatrice figura simbolica). Non sarà facile per noi, non sarà facile per te. Gli addii lasciano sempre scorie nel cuore, specialmente quando ancora ci si ama e non ci si lascia guardandosi onestamente negli occhi. Ma questo già é stato e il tempo farà, come sempre il suo paziente lavoro. Sabato è ancora troppo presto. Non tutti avranno perdonato, non tutti avranno capito, non tutti avranno smaltito la rabbia di quallo che abbiamo vissuto come un tradimento. Posso dire con certezza che nel suono di un applauso, nel canto del tuo nome o nel sibilo di un fischio ci sarà amore.
Io personalmente non fischierò e non canterò il tuo nome, ti guarderò in silenzio entrare in campo, ripensando a quanto di incredibile abbiamo vissuto e che non può essere cancellato “…come lacrime nella pioggia”.
Si troppo presto. 5 anni importanti, anche se in Europa spesso abbiamo steccato anche per i suoi cambi o non cambi scellerati. Comunque ha fatto un salto professionale notevole. Ora non si lamenta più delle decisioni arbitrali…
In parte d’accordo con te Sandro ma Simone, era saturo, stanco, non c’è la faceva più a combattere con 2 persone che non hanno la filosofia sportiva nel cuore, Simone è un vincente, Lotito e tare no, Tare non ha mai vinto neanche a briscola e Lotito x bravura dei suoi allenatori ma sempre trofei di poco valori, buoni ma non scudetto e coppe europee, Simone voleva portarci nel calcio che conta, loro 2 no.