Non delle migliori la partenza di Sarri con la Lazio. Ma gli avvii di stagione stentanti sono nella tradizione del tecnico toscano.
Aprite le porte alla bellezza. Ok. Ora però è il momento di farla entrare. La rivoluzione sarrista in casa Lazio è iniziata, ma i risultati stentano ad arrivare. Il cambio di gioco e di mentalità si inizia a vedere, lo dicono gli stessi protagonisti. Il tifoso però vuole le vittorie e al momento in 5 partite ne sono arrivate solo 2, contro formazioni di caratura tecnica di gran lunga inferiore a quella biancoceleste. Poi due bruschi stop e l’amaro pareggio di ieri. Troppo poco per gli scettici. Normalità per chi invece Sarri lo conosce bene.
Il neo tecnico della Lazio non ha mai brillato ad inizio stagione, sin dai tempi del suo esordio in A con l’Empoli. 2 sconfitte e 3 pareggi nei primi cinque incontri ufficiali con la squadra toscana nel 2014-15, con appena 5 gol fatti e 8 subiti. A fine stagione però fu salvezza comoda, con quattro giornate d’anticipo.
L’anno dopo a Napoli non andò meglio. Sette punti in cinque giornate. La stagione finì con il record di gol di Higuain (36), 82 punti totali e il secondo posto in classifica dopo una lotta serrata con la Juventus.
Nel 2018, in Premier col Chelsea, la miglior partenza, con quattro vittorie e un KO, 10 gol fatti e 5 subiti. Con la Juventus nel settembre 2019, il 2-2 al Wanda Metropolitano – dopo essere stati 0-2 al 65′ – fece storcere il naso a molti. Soprattutto perché arrivato dopo uno scialbo 0-0 con la Fiorentina quattro giorni prima. Alla fine arrivarono, rispettivamente, Europa League e scudetto.
Pazienza allora, ecco quello che ci vuole. Anche se non è scontata. Lo ha detto persino Reina – che i metodi di Sarri li ha già sperimentati eccome all’ombra del Vesuvio – questa mattina nel salone d’onore del Coni. Il nuovo percorso, con un allenatore vincente, è appena iniziato. La bellezza per entrare e mettersi in mostra, va saputa aspettare.