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Italia e Argentina, #Diamoinumeri dei trionfi nel segno dei colori biancocelesti

Successi per Italia e Argentina con tanta Lazio in campo e in panchina. I numeri dicono che chi critica capisce poco…

Di Daniele Caroleo

L’Italia batte l’Inghilterra ai calci di rigore e si laurea campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia, dopo il trofeo conquistato in casa nel lontano 1968. Intanto, circa 20 ore prima, in Brasile, l’Argentina ha alzato al cielo la Copa America ai danni dei padroni di casa verdeoro, battuti di misura.

Ma, cosa accomuna queste due vittorie continentali, distanti, per altro, migliaia di chilometri? Innanzitutto gli uomini seduti in panchina, chiamati a plasmare e forgiare questi due gruppi vincenti: Roberto Mancini e Lionel Scaloni.

Storie diverse, senza alcun dubbio. Ma entrambi vantano, ad esempio, un passato a tinte biancoceleste: tutti e due da calciatori, seppur in epoche diverse (Mancini dal 1997 al 2000; Scaloni nella stagione 2007/2008 e dal 2009 al 2013), con il CT azzurro che è stato anche allenatore della Lazio dal 2002 al 2004 (con una parentesi da vice nel 2000/2001).
Inoltre, scorrendo le liste dei convocati delle due nazionali, si può facilmente scoprire che sono solo 5 i club che annoverano nelle proprie fila dei calciatori che hanno vinto sia la Copa America 2021 che Euro2020. Uno di questi è il PSG, con ben 4 protagonisti (Verratti, Florenzi, Paredes e Di Maria). Gli altri 4 club, invece, sono tutti della Serie A, e tra questi c’è anche la Lazio, con 3 calciatori presenti: Acerbi, Correa ed Immobile (le altre 3 squadre sono l’Atalanta, la Fiorentina e l’Inter, con 3 giocatori a testa).

Il Leone, il Tucu e Ciro, hanno dunque vinto questi importantissimi trofei e, in un modo o in un altro, sono comunque stati protagonisti quando sono stati chiamati in causa nelle rispettive competizioni, meritandosi la fiducia che è stata in loro riposta.

Acerbi, ad esempio, ha sostituito più che positivamente, al centro della difesa azzurra, Giorgio Chiellini, temporaneamente ai box per infortunio: alla fine del torneo sono 3 le presenze complessive del difensore biancoceleste, oltre ad 1 assist in occasione del gol di Pessina, che ha deciso l’ottavo di finale contro l’Austria.

Anche per Correa, alla fine della Copa America 2021, le presenze complessive collezionate sono 3, tutte da subentrato (per altro dovendosi confrontare con un reparto offensivo composto da giocatori, tra gli altri, come Messi, Aguero, Lautaro Martinez, Di Maria e Gomez) e con ben 2 vittorie ed 1 pareggio in occasione della fase a gironi della competizione.

Infine Immobile, partito sempre titolare in occasione di questo Europeo (tranne che in un’occasione, nella sfida contro il Galles, quando il CT ha deciso di dare spazio alle “seconde linee”), e che ha chiuso il torneo con 2 gol ed 1 assist, diventando, nel contempo, l’attaccante azzurro più prolifico tra quelli attualmente in attività e salendo al 18esimo posto nella classifica dei marcatori all-time dell’Italia, con 15 marcature complessive.

E alla luce di questi numeri, rispondere ancora una volta a chi continua, stucchevolmente, a criticare il bomber di Torre Annunziata, risulta quasi assurdo, se non addirittura paradossale.

Critiche ingiuste

Nonostante qualcuno si ostini ancora a sostenere il contrario, infatti, appare ormai chiaro che l’attaccante dei tempi moderni non è, giustamente, chiamato solo e unicamente a fare gol (cosa che Ciro continua comunque a fare), ma deve essere anche, e soprattutto, capace di compiere tanti altri lavori di sacrificio, a beneficio della squadra: proprio quelli che il CT Mancini ha chiesto allo stesso Ciro e che lui ha svolto con la solita professionalità e abnegazione di sempre, per tutta la competizione (altrimenti non sarebbe stato confermato in tutte le sfide degli azzurri e non sarebbe stato, ad esempio, ringraziato da Federico Chiesa dopo la partita con la Spagna perché “metà del mio gol è merito suo, tenendo palla al limite dell’area“).

E chi insiste nel non evidenziare questi particolari a dir poco fondamentali, o non capisce nulla di calcio, o è totalmente in malafede…

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