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Lazio, Oddo: “I biancocelesti sono all’altezza della Juventus”

Coronavirus, lo sfogo di Oddo su Twitter: "State a casa per rispetto"

Lazio, Massimo Oddo ha parlato ai microfoni di Radio Incontro Olympia.

Lazio, manca poco alla ripresa del campionato. Mercoledì 24 giugno, i biancocelesti affronteranno l’Atalanta di Gasperini. L’ex capitano ha parlato di questo e di tanto altro.

“Dopo la pandemia ho temuto che il populismo italiano andasse contro il calcio. È giusto guardare avanti, soprattutto per i lavoratori che ci sono dietro a questa grande azienda.

Esperienza a Udine – “Nel calcio purtroppo la testa conta più delle qualità, la situazione è andata a picco nonostante la bella partenza”.

L’affetto dei tifosi laziali – “Me lo dimostrano sempre, qualcosa di speciale è rimasto nei loro cuori. Non tanto per quello fatto in campo, ma per il vissuto: sono passato dalla Lazio fortissima a quella della prima rinascita. Negli anni precedenti abbiamo visto l’inferno, rischiando la retrocessione, poi c’è stato un ricambio generazionale ed io sono rimasto un punto fermo. Con i sostenitori biancocelesti ci sono affetto e stima reciproci”.
Allenare la Lazio – “Penso sia il sogno di qualsiasi tecnico, anche di chi non è passato dalla Lazio. Io ora devo mettermi in discussione, dopo anni altalenanti. Ma ripeto, è il sogno di tutti allenatore una squadra come questa”.
Simone Inzaghi – “Pensavo potesse diventare un allenatore, è sempre stata la sua indole. Ha molta motivazione e questo l’ha fatto diventare bravissimo. Un tecnico comunque può essere bravo quanto vuole, ma deve essere supportato dall’interno ambiente: quindi bravo lui che ha costruito tutto questo, anche con tutti coloro che lo circondano”

Le doti da rigorista – “Ho sempre tirato i rigori, fin dalle giovanili del Milan. Alla Lazio mi sono messo in disparte, visti i giocatori che c’erano. Alla fine essere un rigorista è una dote: poi si può migliorare, ma quando sei davanti al portiere, sotto la curva, cambia tutto, lo specchio si rimpicciolisce. La vera bravura non sta nel calciare, ma nel mantenere la freddezza”.

Inizio alla Lazio come quello di Jony – “Io ero un difensore offensivo. Forse solo Maldini sa fare entrambe le fasi, quella difensiva e qual la d’attacco. I miei problemi iniziali non dipendevano tanto da me, ma c’erano giocatori del calibro di Stam, Pancaro e Negro, ed io i primi sei mesi non ho giocato. Poi un giorno a Torino Mancini mi inserí e da lí ho preso il mio posto. A Jony, per migliorare, serve applicazione, costanza, allenamento”.

Marcello Falzerano – “Ottimo giocatore, in B sposta gli equilibri quando sta bene. È ancora relativamente giovane, quindi puoi giocarsi le sue carte”.

La vittoria più bella – “Ogni vittoria è stratosferica, nessuna può essere più bella in quanto ad emozioni. Il fischio finale di Lazio-Juventus di Coppa Italia o quello della Champions mi danno le stesse emozioni, anche se chiaramente la maggiore competizione a livello europeo da un altro spessore”.

La ripresa- “Credo che la Lazio sia la stessa, con le stesse motivazioni che c’erano prima dello stop. Questo lockdown crea qualche scombussolamento, ma i biancocelesti sono all’altezza della Juventus e dell’Inter, lo hanno dimostrato in campo. In termini di rosa potrà esserci qualche problema e può falsare qualcosa visto che le avversarie non giocheranno più le coppe. I 5 cambi? Non cambieranno molto nella squadra, però potranno aiutare. Questo magari potrebbe compensare i problemi di rosa che tutte le squadre, tranne la Juve, hanno”.

Patric – “Sta facendo bene, Simone ha fiducia in lui. Fare fatica all’inizio è normale, i capitolini sono una grande squadra. Ci sono pressioni importanti, è difficilissimo ambientarsi ed inserirsi. La competitività con i compagni è alta: se sei alla Lazio significa che il tuo compagno di reparto è forte almeno quanto te”.

Sulla Lazio – “Quando allenavo l’Udinese della Lazio temevo diversi giocatori. Ad oggi la prima cosa che farei è staccare la spina a Luis Alberto, che è la mente della Lazio. È incredibile, va a zero all’ora, ma passa tutto da lui. È il pericolo numero 1, al pari di Milinkovic, Immobile. D’altronde se sei lí davanti le qualità devi averle”.
Ambizione Lazio – “In questo momento al di là della forza della Lazio, di Simone e dell’intero gruppo, la grande spinta è l’equilibrio, questa credo sia l’arma in più. Come se si partisse a fari spenti, la Juve è più forte, ha la rosa più lunga, spende di più, ma la Lazio se la può giocare. Bisogna restare umili, è questa la forza dei biancocelesti”.

Il giocatore più forte – “Giocava solo al 30%, ma dico Ronaldo il fenomeno. Figuriamoci quando era al 100%. Era devastante. Ho giocato con Pirlo e Nesta, ma lui credo sia insuperabile”.

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