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Lazio, Pulcini contro la quarantena: “Spero che la scienza possa cambiare idea”

Coronavirus, Dott. Pulcini: "I giocatori devono restare a casa"

Lazio, il direttore sanitario del club biancoceleste teme di violare i diritti dell’uomo, sanciti dal processo di Norimberga

La posizione della Lazio e professor Ivo Pulcini contro la quarantena fiduciaria di tutto il gruppo squadra in caso di nuova positività è già nota. Il direttore sanitario biancoceleste l’ha comunque ribadita anche quest’oggi attraverso questo comunicato.

“Premesso che non ho nessuna intenzione di violare le regole, che saranno invece puntualmente rispettate alla lettera, come sempre avvenuto in ogni momento della mia vita professionale, voglio confermare la mia personale opinione sul perché la quarantena non mi fa impazzire.
Forse una delle motivazioni va ricercata nei ricordi tristi e traumatici della mia infanzia a Leonessa. Infatti il 7 aprile del 1944 furono fucilati circa 50 concittadini innocenti, commemorati ogni anno.
Ricordo il rapporto scellerato, empio e sacrilego di10 italiani innocenti per un tedesco morto.

È di sicuro un paragone forte, forse anche disgustoso, ma mi sentirei molto male e mi farei molti scrupoli di coscienza, se penso che, per un soggetto positivo, asintomatico e forse nemmeno contagioso o addirittura falso positivo, sarò costretto, mio malgrado, a mettere in quarantena 50 persone perfettamente sane e super controllate da oltre un mese. In più, temo di violare i diritti dell’uomo, sanciti dal processo di Norimberga, secondo il quale è un crimine costringere un malato a fare cure contro la sua volontà, figuriamoci ad un soggetto sano! E se dopo i tempi tecnici dei controlli, che richiedono giorni, specialmente nel Lazio, scoprissi che si tratta di un falso positivo, come successo recentemente al Bologna? Basteranno solo le scuse ai 50 della squadra messi in quarantena? E allora viene spontanea la domanda alla mia coscienza scrupolosa:”È possibile che altri prendano delle decisioni per me, e che non mi convincono, e io ci devo mettere la faccia e tutta la responsabilità civile e penale? Come funziona?”. Se, ne sono certo, ci viene riconosciuta la competenza professionale, la capacità e l’esperienza, è mia opinione che sia giusto darci la possibilità e il diritto al monitoraggio sanitario costante di tutti i soggetti apparentemente sani.

Non posso ignorare che noi medici, oltre a rispettare scrupolosamente le leggi dello Stato, abbiamo l’obbligo di rispettare anche il giuramento di Ippocrate e cioè il codice deontologico. Potrei, è mia opinione personale, essere perfino chiamato a rispondere della violazione del suddetto codice per aver imposto una terapia a persone sane senza aver fatto prima una diagnosi. Per inciso, poi, da orgoglioso consigliere, mi chiedo come mai gli Ordini dei medici, organi sussidiari dello Stato e super competenti, nonché la preziosa consulenza dell’istituto Superiore di Sanità, non hanno, se quanto riportato è vero, avuto diritto di cittadinanza, peraltro a costo zero, nella “sala dei bottoni”? Eppure il decreto di emergenza è, se non erro, del 29 gennaio e, malgrado le accorate raccomanzioni dell’ISS e di molti Ordini, i provvedimenti urgenti sono iniziati solo i primi di marzo 2020. Si è parlato di tutto e forse del contrario di tutto, di informazione e di disinformazione, troppo spesso sfociata nelle fake news, meno che della prevenzione, un’arma micidiale a disposizione del sistema immunitario in grado di neutralizzare i virus e che noi medici dello sport sosteniamo per principio. Alla Lazio, dove sono fiero di essere il direttore sanitario, siamo stati i primi in Italia a mettere in quarantena il gruppo, malgrado fosse ancora consentito l’allenamento. E questo perché non solo per noi medici dello staff, ma per il Presidente Lotito e la Società, la salute dei giocatori viene prima di tutto. Abbiamo consegnando ad ognuno un vademecum, in 2 lingue, e consigliato di rinforzare le difese immunitarie con vitamina C, D e aspirina 100 mg, stile di vita equilibrato, mentre lo staff tecnico ha prescritto tutti gli esercizi necessari ad evitare la diminuzione del tonotrofismo muscolare e il calo della condizione fisica e psichica.

Altra riflessione. Se un giocatore è considerato un lavoratore dipendente e l’eventuale contagio un infortunio sul lavoro (art. 42 decreto Salva Italia), perché in caso di positività deve causare la quarantena del suo gruppo, mentre un lavoratore di qualsiasi azienda non causa automaticamente la chiusura della fabbrica o della clinica o addirittura dell’ospedale? Come funziona?
Ultima riflessione. Mi è sembrato che talvolta ci sia stato un eccessivo allarmismo da rischio di infezione da Covid-19. Il messaggio catastrofico, anziché prevenire, almeno nei soggetti più fragili, si è tramutato, a mio avviso, in terrorismo psicologico, in procurato allarme sproporzionato, con gravi conseguenze, soprattutto psichiche, che potrebbero interessare il codice penale.
Speriamo che, come avviene sempre, dopo la notte arrivi finalmente il giorno! E sembra che il giorno sia molto vicino, in base all’andamento della curva di contagio in calo giornaliero. Inoltre il caldo sarà un ostacolo al replicarsi del virus; lo stile di vita più equilibrato e la diminuzione dello stress, renderanno meno vulnerabile il nostro sistema immunitario. Mi auguro che, con queste premesse, e con il buon senso che non manca, la scienza possa rivedere la quarantena “fiduciaria” , dando più fiducia ai medici dello sport”.

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