
Dal racconto di un nostro amico, il ricordo di un episodio in una stagione che pose le basi per il primo scudetto della Lazio.
di Giovanni Calviello
Con grande piacere torno a scrivere di Lazio, a prescindere dalle decisioni che verranno prese dagli organi competenti sulla ripresa o meno e in che termini di questa stagione. Parlo dalla stagione 71-72, quella che creรฒ i prodromi di una squadra che poi arrivรฒ a conquistare lo scudetto e, prima, a sfiorarne un altro.
Il primo capolavoro del tandem Lenzini – Sbardella risale alla fine della disgraziata stagione 70-71, che ci regalรฒ l’ennesimo anno di purgatorio. A costo di schierarsi contro tutta la tifoseria, all’epoca dalla parte di El Toto Lorenzo, i due chiamarono a Roma dal Foggia Tommaso Maestrelli. Una figura bonaria, che sarebbe rimasta nell’immaginario collettivo del tifo laziale fino ad oggi.
Per inciso, J.C.Lorenzo non fece solo danni alla Lazio. Pescรฒ dall’Inter Napoli la spina dorsale di quella che sarร la Lazio scudetto: Wilson e Chinaglia. In campo internazionale vinse due Libertadores e una Intercontinentale con il Boca Juniors. Il legame con Long John lo riportรฒ a Roma nel 1984/85. Ma qui รจ meglio stendere un velo pietosissimo.
Maesterlli fece riconquistare la massima serie alla Lazio dopo un anno di purgatorio, giungendo di un punto dietro la Ternana di Viciani. Era un rivoluzionario zonista ante litteram, con il suo gioco corto. Riportรฒ anche un buon numero di spettatori allo stadio (tremila solo a Bari nella domenica della promozione). Tuttavia gli inizi non furono solo rose e fiori, con una doppia sconfitta esterna a Terni e Cesena.
I bidoni di Terni
Il momento buono per scatenare la prima contestazione capita venerdรฌ 1 ottobre 1971. Proprio quando la squadra preannuncia uno sciopero per la trasferta di Terni, rifiutandosi di scendere in campo se non fossero pagate le spettanze e i premi partita.
Il direttore generale Antonio Sbardella preannunciรฒ denunce alla Lega e sanzioni severe, assumendo un atteggiamento intransigente. A lui perรฒ si contrappose un piรน accondiscendente Umberto Lenzini, che la domenica mattina arrivรฒ a Sangemini per saldare le spettanze dovute, creando un dissidio con il dirigente. Nello spogliatoio nel frattempo, il neo capitano Giuseppe “Pino” Wilson arrivรฒ addirittura a riconsegnare la fascia a Tommaso Maestrelli dichiarandosi “non idoneo”. Ma l’allenatore reagรฌ con fermezza bloccando il gesto sul nascere.
Intanto sabato 2 ottobre vengono esposti 14 bidoni della spazzatura, numerati da uno a tredici, piรน uno con la scritta “mister”, fuori dal campo di allenamento dove sarebbe dovuta scendere la Lazio, che invece rimase chiusa in albergo a causa dell’ammutinamento dei giocatori. Dapprima si pensa ad un gesto ironico dei tifosi locali. Poi si scopre che i bidoni venivano da Roma. Il fatto comunque finรฌ su tutti i giornali, scatenando l’ironia dei tifosi.
Rileggere adesso a posteriori il tutto fa semplicemente sorridere. Credo che all’epoca il Sor Umberto e Sbardella abbiano sudato freddo. Fortunatamente il timone restรฒ nelle mani di papร Tommaso, ma questo รจ un capitolo arciconosciuto.
Nella sessione estiva di mercato del 1972 fu fatta una operazione di mercato dolorosa ma necessaria, la cessione di quel fenomeno che rispondeva al nome di Peppiniello Massa all’Inter per 300 milioni, piรน Frustalupi. Con quei soldi si portarono a Tor di Quinto Felice Pulici da Novara, Re Cecconi, il mio beniamino d’infanzia e tuttora nell’Olimpo dei miei biancocelesti preferiti pescato a Foggia, e Renzo Garlaschelli, proveniente dal Como.
Molti si chiederanno perchรฉ parto da una stagione di B per parlare di Lazio. Perchรฉ presi piena consapevolezza che quella era la mia congiunta per sempre. Ed io gli ho donato il cuore, perchรฉ di Lazio ci si ammala, inguaribilmente.
