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Malagò: “Tifo Roma ma sono sportivo. Playoff? Serve un piano B”

Il presidente riceve il premio
Il presidente Lotito riceve il premio Limone

Malagò ha parlato anche della differenza con la Germania: “Lì hanno messo in sicurezza tutto, facendo subito l’accordo con le tv”

Giovanni Malagò, presidente del CONI, è intervenuto in diretta Radio Incontro Olympia:

Presidente, i tifosi laziali non si sentono molto protetti dalle istituzioni…
“Non voglio essere ipocrita. Ho molti amici tifosi della Roma, che sono predisposti a essere vittime. Il più grande errore è nascondere la passione per una squadra, non accetto che qualcuno faccia finta di non tifare niente. Uno deve essere serio. Io sono della Roma, ma sono più uno sportivo che un tifoso”.

Il 26 maggio ha dato la medaglia d’argento a Totti…
“Da tifoso mi è dispiaciuto, non c’è dubbio. Ma è la vita, capita, non sono ipocrita. Sarei potuto benissimo non rimanere lì: da protocollo ci sarebbe dovuto essere il Presidente della Repubblica, della Federazione e della Lega. La mia era una presenza istituzionale”.

Le piace l’idea dei playoff e dei playout?
“Sono due mesi che lo dico. Non si può pensare che o il campionato parta e finisca o non si sa cosa possa succedere. Dei 15 sport di squadra in Italia, è rimasto attivo solo il calcio, gli altri 14 si sono tutti fermati senza assegnare scudetto e retrocessioni. Il calcio è un altro discorso. E adesso, anche se ci sono tutte le condizioni per ricominciare, c’è sempre qualche piccola possibilità che ci possa essere qualche ostacolo. Io ho chiesto di fare un piano B, poi sta alla FIGC decidere quale. In Germania hanno messo in sicurezza tutto il sistema, facendo subito l’accordo con le televisioni, qui in Italia non c’è niente”.

La trattativa tra Friedkin e la Roma?
“Non so se sia terminata, ma sicuramente il Coronavirus non ha aiutato”.

Sull’atteggiamento di alcuni presidenti di A:
“C’è egoismo. Tutti hanno in qualche modo un condizionamento da una posizione di classifica, non mi sento di dire che ci sono buoni e cattivi. Questo forse è nella natura umana che ci possono essere delle spinte, in virtù anche del fatto che nel momento in cui si è fermato tutto uno era ad un punto dalla retrocessione o dallo scudetto”.

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