Francesco Panoffino è intervenuto ai microfoni di Radio Olympia Incontro per parlare della sua fede biancoceleste e del suo lavoro di attore e doppiatore”
“Per il nostro mondo non è un momento facile; gli spettacoli sono stati rimandati. Il doppiaggio ha ripreso, ma personalmente sono ancora in quarantena. La mia passione per questi colori nasce nel 1974, anno che arrivai a Roma dalla Liguria. Con il mio compagno di scuola, andai allo stadio per lavorare insieme a lui sugli spalti. La questione era piuttosto divertente, perché vedevo la partita gratis e in più portavo qualche soldo a casa. Ricordo che partecipai alla festa scudetto, un’emozione incredibile.
La cosa importante è non essere mai estremi; il calcio è uno sport, qualcuno vince altri perdono ma deve restare un gioco. Non ho mai nascosto la mia fede e non ci trovo niente di male, l’importante è essere equilibrati. Adesso lo stadio senza pubblico cambierà tanto, purtroppo, l’altro giorno ho visto una partita in Germania e poco dopo mi sono addormentato (ride, ndr). Il tempo va avanti così come la vita e il calcio stesso. Prima era un gioco più genuino, mentre sotto un punto di vista tecnico era più lento. Sicuramente era più romantico.
Non sono sorpreso dalla stagione della Lazio, la rosa è molto forte anche se un po’ corta. La nostra cavalcata è stata incredibile, purtroppo si è interrotta sul più bello. Mi auguro che al ritorno in campo della squadra la volata verso il primo posto possa proseguire. Sicuramente sarà un altro campionato e poi il fattore pubblico si farà sentire.
Il mio lavoro mi gratifica molto, sono legato a tutti i personaggi doppiati ma anche il teatro, con il contatto diretto con la gente mi piace molto. Ringrazio tutte le persone che mi seguono con affetto.
grande