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La Repubblica, Tare: “Proveremo a vincere lo scudetto”

La Repubblica, Tare: "Proveremo a vincere lo scudetto"

Il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare, ricorda la Lazio campione d’Italia del 2000 e torna a parlare della ripresa del campionato italiano

Il direttore sportivo Tare ricorda la Lazio del 2000 e torna a parlare della ripresa della Serie A in un’intervista esclusiva de La Repubblica.

“Ho visto la partita nelle mia casa di Kaiserslautern, ero con un gruppo di amici. La partita della Lazio era finita, a Perugia con quel nubifragio sembrava non finire mai, poi fu scudetto. Noi ci siamo, proveremo a vincerlo anche noi se la Serie A dovesse riprendere, altrimenti ci proveremo il prossimo anno. Non ci fermeremo qui”.

Queste le parole di Tare che dà forma ai sogni dei biancocelesti e spiega nuovamente come l’interesse di riprendere il campionato non sia dovuto alla sola corsa scudetto. Il numero di partite ancora da disputare rende incerta l’impresa a prescindere dalla volontà della squadra di dare il massimo per esaudire il sogno scudetto.

“Il calcio dà da vivere a 370mila persone, se si ferma sarà un fallimento, un disastro sociale. Fermarsi adesso vorrebbe dire, quasi sicuramente, non farlo nemmeno a settembre: molti mesi di inattività sarebbero allucinanti”.

“Non posso pensare che gli errori del Ministro dello Sport siano fatti di proposito, perché sarebbe da irresponsabili. Ma è certo che in altri paesi si stia aiutando il calcio, Germania, Spagna e Inghilterra ne sono un esempio. Mentre in Italia e in Francia non è così. Il governo francese perderà molte cause civili con i club, ma noi possiamo evitare di passare un’estate nei tribunali. Il protocollo sanitario tedesco è senza dubbio il migliore”

Infine, un pensiero per il presidente Lotito finito molto spesso sotto l’occhio della critica per la sua volontà di riprendere il campionato.

“Viene percepito male anche per colpa di chi descrive la realtà in maniera superficiale. Lui è un uomo coraggioso e deciso. Mi ha sempre appoggiato. Quando mi chiese se volessi diventare direttore sportivo della Lazio mi diede due ore per decidere. Risposi che ero solo un calciatore ma nel cuore avevo già deciso”.

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