Solo La Lazio
Sito appartenente al Network
Cerca
Close this search box.

Lazio, Talamonti: “Lavoro in una ferramenta. Lotito? Non sapeva chi fossi”

Talamonti, ex difensore di Lazio e Atalanta, ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb. La sua vita ha preso una svolta diversa da quella classica dell’ex calciatore.

Niente ruolo da allenatore, neanche da dirigente, la seconda vita di Talamonti, dopo quella calcistica, riparte da una ferramenta. L’ex difensore biancoceleste ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb.

Leonardo Talamonti, partiamo dal presente. Di cosa ti occupi?

“Ho aperto un negozio di ferramenta sette anni fa, nel mio paese natale, Álvarez. Quando ho avviato l’attività giocavo ancora, appesi gli scarpini al chiodo è divenuto il mio lavoro a tempo pieno”.

Una scelta originale. In controtendenza con chi appende gli scarpini al chiodo

“Ho avuto la possibilità di rimanere nel calcio. Ho sentito procuratori che mi hanno proposto di collaborare ma mi è stata anche offerta la possibilità di fare il direttore sportivo in Argentina. Ho detto sempre di no. Il calcio nella mia vita c’è sempre, ma è puro hobby: quattro volte alla settimana alleno i bambini di 12 anni di una squadra del mio paese, che si chiama Union de Álvarez”.

Perché ha scelto proprio una ferramenta?

“Mi è sempre piaciuta l’idea. Sono un appassionato di motori e anche a casa mi diverto a fare dei lavoretti”.

Quanti siete adesso?
“All’inizio mio papà con due amici. Ora ci sono io a rapportarmi con i clienti, mia moglie anche è sempre in ufficio e in totale siamo in sei”.

Cosa ti ha portato a cambiare pagina?

“Gli ultimi anni di carriera. Dopo l’esperienza all’Atalanta sono tornato in Argentina per giocare con la mia squadra del cuore, il Rosario Central. Era retrocesso e volevo contribuire alla risalita. Gli infortuni mi hanno purtroppo penalizzato, non riuscivo a giocare tre partite consecutive e a 31 anni ho detto basta. Solo che tornavo a casa nervoso, non andava bene. Ho quindi deciso di continuare a giocare, ma in categorie minori. E lì ho visto cose che mi hanno fatto riflettere: se nel massimo campionato le cifre che girano, specie al River e al Boca sono comparabili a quelle europee, un calciatore già dalla Serie B argentina guadagna come un operaio, figurarsi più giù. I ragazzi vanno in allenamento in treno, in metro. Se le cose vanno male è difficile tirare avanti. Ed è una cosa che mi ha svegliato. Mi son detto: quando smetto torno al mio paese e voglio vivere tranquillo. Così ho deciso di cambiare attività”.

L’Europa, sotto questo punto di vista, può offrire di più

“Non ho bisogno di soldi né di restare in quel mondo. Sono felice così, non ho bisogno di altro. Mi alzo alle 7, a 50 metri da casa ho il negozio, nel pomeriggio vado ad allenare i bambini. No, non ho bisogno di tornare in Europa. Se non da turista e con la mia nuova vita posso permettermi di andare in vacanza ogni 4 mesi”.

Anche la scelta di vivere in un paese di 8mila abitanti è in controtendenza

“Ho vissuto a Buenos Aires e Roma, due metropoli. Ma la grande città non mi piace. A scuola mi piaceva la storia antica quindi vivere a Roma è stato bello per la storia che respiravi. Ma a Bergamo per me era una città più su misura”.
Il contorno del calcio è fra le cose che ti ha fatto abbandonare?

“Nella mia carriera ho visto di tutto. È brutto a dirsi, ma il 95% dei procuratori e dei dirigenti non mi è piaciuto. Ho trovato poca onestà”.

E ai tuoi figli consiglieresti di fare i calciatori?

“Tanto Alessio che è il più grande e ha 12 anni, che Matteo che ne ha 8, giocano a calcio. Se volessero farlo di mestiere io sono pronto ad appoggiarli”.

Che rapporto hai con l’Italia?

“Ho tanti amici a Bergamo, che è una città che amo. Perché mi ha aperto porte che alla Lazio mi avevano chiuso. Per questo sono grato alla famiglia Ruggeri che ha avuto fiducia in me. E ringrazio anche la famiglia Percassi, con la quale abbiamo vinto un campionato di Serie B”.

Cosa non è andato alla Lazio?

“Naturalmente sono grato alla Lazio, perché prima del mio trasferimento in Italia non mi conosceva nessuno. Purtroppo ho giocato poco, ero in prestito dal Central ma il presidente inizialmente mi aveva detto che mi avrebbe confermato. Solo che non l’ho più sentito. Credo che Lotito non sapesse nemmeno chi fossi. Ci sono state cose anche positive, perché la tifoseria era davvero bella e i compagni di squadra mi hanno aiutato a inserirmi. Penso a Couto, che parlava spagnolo, o Di Canio o Manfredini. Ma con la dirigenza non mi sono trovato proprio”.

Capitasti anche in una stagione complicata

“Non c’era un direttore sportivo. Io arrivai in extremis grazie a un gruppo di procuratori. Lo stipendio per la Serie A era molto basso, ma ebbi modo di farmi conoscere. In campionato rischiammo persino di retrocedere”.

In quegli anni iniziava a emergere lo scandalo Calciopoli. Come l’hai vissuta da straniero?

“Sono successe delle cose e sono stati presi provvedimenti. In Argentina una cosa simile non potrebbe succedere, rimarrebbe impunita…”.

Preferisci la tua vita da calciatore o quella attuale?

“Quando entravo in campo e l’arbitro fischiava il calcio d’inizio ero felice. E mi manca tantissimo il calcio. Ma anche oggi sono felice fuori da questo mondo e non sono affatto pentito della mia scelta”.

Subscribe
Notificami
guest

17 Commenti
più nuovi
più vecchi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Idolo VincenzoAntonio Nardulli Federico Di Benedetto Ja Ro

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Gol all inter

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Ludovico Ronconi poteva andare meglio però..

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Io lavoravo in un negozio a Roma termini!! Appena arrivò a Roma venne a comprarsi i scarpini li, la domenica dopo fece goal a Milano con l Inter di testa?

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Bono solo per il gol all’Inter…per il resto con lequi e Lopez solo danni

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Mea Vitali fa er pizzettaro a via della scrofa,Bryan Roberts er barbiere a tor pigna e Gonzales er gommista a pietralata

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Leonardo Policella Giovanni Poliklose Tiziano Fazi

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Manco noi

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Buon giocatore, a me non dispiaceva, anche lui nel derby dell’ Epifania, quello del 3-1 con goal di Di Canio, Cesar e Rocchi

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Lorenzo Monticelli

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Non era male poi ando’all’atalanta

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Almeno lavori…!! E ti Lamenti…?? Talamonti….!!!!? Dai fai il bravo…!!!!

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Giusto quello poteva fa…

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

A me piaceva ..mi ricordo il pareggio a bergamo con gol suo

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Io ero molto amico con lui ho la sua maglia sia della Lazio che dell'”atalanta e gli ho scritto qualche giorno fa una bravissima persona

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Talamonti uomo fortunato, x me è nemmeno a n’acquare i pomodori potevi na

Commento da Facebook
Commento da Facebook
4 anni fa

Ricordo una Lazio “ferramenta” con “Chiodi, Tavola, Palanca”, ce n’era un quarto (non ricordo) se poi acquistavano anche….Ferri!!!!!!

Articoli correlati

Le prime pagine dei quotidiani sportivi italiani di mercoledì 24 aprile 2024...

Dal Network

Closing in vista con Orienta Capital Partners che acquisterà una quota superiore al 60% del...

  Gli USA pronti a ospitare le 32 squadre da tutto il mondo Nell’estate del...

È un Gian Piero Gasperini molto soddisfatto quello che analizza il successo scoppiettante della sua...

Altre notizie

Solo La Lazio