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Lazio parla Mauri: “Prima la qualificazione in Champions poi lo scudetto”

La S.S. Lazio ricorda il derby deciso da Hernanes e Mauri
L'ex giocatore della Lazio Stefano Mauri

L’ex capitano biancoceleste Stefano Mauri è intervenuto ai microfoni di soofoot.com per parlare della sua esperienza alla Lazio e degli obiettivi del club

L’ex capitano della Lazio, Stefano Mauri, è intervenuto ai microfoni di soofoot.com per raccontare i suoi anni passati con la maglia biancoceleste e degli attuali obiettivi del club capitolino.

Tra gli argomenti trattati anche una curiosità che farà sorridere i tifosi della Lazio dal momento che l’ex numero 6 ha vissuto la possibilità di approdare nella Capitale con la maglia giallorossa.

“Alla fine della stagione 2004-2005, Spallett andò ad allenare la Roma. Io ero nell’Udinese e Serse Cosmi era l’allenatore. A gennaio però sentivo che non funzionava troppo bene e volevo cambiare squadra. Spalletti mi chiamò, voleva che mi unissi a lui a Roma. Ma la Roma non poteva acquistare giocatori. Così Spalletti si arrese e pochi giorni dopo fu la Lazio a cercarmi. Non esitai neppure per un secondo.

Ero veramente eccitato. Sono arrivato nella Capitale in una squadra con un passato glorioso. In quegli anni la Lazio stava vivendo un momento particolare: era stata acquistata nel 2004 da Claudio Lotito, dopo essere passata sull’orlo della bancarotta. L’era d’oro di Cragnotti era finita, la Lazio era in fase di ricostruzione ed ero felice di far parte di questo rinascita. Sono un uomo del nord, sono nato a Monza, avevo giocato solo in squadre del nord, quindi ho avuto bisogno di diversi mesi per capire il modo di vivere dei romani e come vivere il calcio lì. Dopo 14 anni ho capito tutto e oggi sono romano di adozione.

Il trofeo più bello vinto a Roma è stato sicuramente la Coppa Italia del 26 maggio. La Coppa Italia del 2009 l’ho vissuta parzialmente perché ero infortunato. Certo, è sempre bello vincere un trofeo, ma non l’ho vinto sul campo. La Supercoppa italiana contro l’Inter di Mourinho, fu una a senso unico: l’Inter si è accampata nella nostra metà per l’intera partita, ma abbiamo resistito e siamo riusciti a segnare due gol. Ancora oggi è motivo di orgoglio perché è l’unico trofeo che l’Inter non ha vinto quell’anno. Ma la finale del 26 maggio contro la Roma rimane la vittoria più importante: la tensione attorno a questa partita, in una città come Roma, era enorme”.

In merito agli obiettivi attuali del club, Mauri non ha dubbi: prima la qualificazione in Champions League poi solo allora si potrà guardare alla classifica ed eventualmente parlare di sogno scudetto.

“L’obiettivo è qualificarsi per la Champions League, sono 13 anni che la Lazio non ci va e quest’anno deve qualificarsi. Ma qualora la qualificazione in Champions dovesse essere matematicamente certa e il primo posto dovesse essere ancora alla portata, allora ne parleremo di nuovo. Ma solo allora”

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