Al Mapei Stadium, il difensore biancoceleste ha ricevuto tanto affetto da parte dei suoi ex tifosi. Poi la festa sotto il settore dei laziali – di Giorgio Bicocchi
Un saluto a familiari e amici, seduti alla destra della Tribuna centrale. Poi Francesco Acerbi, cinque anni in neroverde, quasi 160 gettoni e 11 reti, si è schierato a sinistra della difesa biancoceleste.
Il coro affettuoso per lui da parte dei suoi vecchi tifosi è scattato – ironia della sorte – dopo il gol di Immobile. Lui, “Ace”, regala sempre l’impressione che, spostato a sinistra, fatichi a guidare il reparto. Il Sassuolo, nel primo tempo, ha spinto essenzialmente dalle sue parti con quegli scambi rapidi tra Caputo e Diuricic.
Acerbi ha comunque annacquato le offensive neroverdi con il consumato mestiere. Nulla poteva sul gol di Caputo, lasciato solo soletto da Immobile. Segno che, dietro, qualche automatismo difensivo fa sempre cilecca. Poi, nella ripresa, tornato dominante della retroguardia dopo l’uscita di Lulic e Luis Felipe, un brivido per una palla perduta sull’out di destra.
“Ace”, in un finale caotico, pur nel mezzo di una gara normale e non stupefacente come al solito, ha avuto comunque il merito di accorciare la squadra. Dando la stura agli ultimi assalti, culminati con la rasoiata di Caicedo. Ed è andata bene anche stavolta. Con la squadra che, sia pure non sorretta dagli estri di Correa e Milinkovic, è riuscita ancora una volta, come a Firenze e a Milano, a dare la zampata giusta al fotofinish.
E, alla fine, mentre il Mapei neroverde sfollava, ecco la festa sotto il settore degli oltre duemila tifosi biancocelesti. Lazio a quota 27, capace di scavare un bel solco tra sé e l’Atalanta e il Napoli. Con Acerbi leader e anima pensante di una squadra che talvolta si specchia troppo, ma non molla mai.