Focus sul Messaggero di oggi per analizzare gli strumenti allo studio nella lotta al razzismo e alla violenza nelle tifoserie del calcio.
“I razzisti si battono con radar e telecamere“. Questo il titolo del focus nelle pagine sportive del Messaggero stamattina. Allo studio un più efficiente impiego della tecnologia per combattere i comportamenti scorretti dei tifosi.
La Federcalcio mette in campo mezzi più drastici per combattere violenti e razzisti. Uefa e Fifa pretendono il pugno duro e hanno chiesto aiuto anche ai governi, scrive il quotidiano romano. L’ultima novità allo studio sono i radar passivi. Ne basterebbero pochi in ogni settore, costano poco e sono eco-sostenibili perché non trasmettono onde elettromagnetiche, ma sfruttano il segnale della TV satellitare, del digitale terrestre e della telefonia mobile.
Esistono problemi legati alla privacy, perché con essi è possibile intercettare le conversazioni, non solo i “buu”. Per questo manca il via libera del Ministero degli Interni. Ma l’obiettivo, riporta sempre il giornale, è quello di sperimentarli in occasione del match della Nazionale contro l’Armenia il prossimo 18 novembre a Palermo.
Oltre ai radar, si sta pensando ad un uso più efficace dei video. Attualmente il GOS (Gruppo per l’Organizzazione della Sicurezza, ndr) usa i filmati solo per i casi di violenza. La federcalcio, dice il Messaggero, avrebbe chiesto di poterle usare anche per gli altri episodi che al momento non costituiscono reato. Un delegato nella control room e il monitoraggio via social, tra le proposte presentate.
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