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Lotito: “Voglio vincere! Pago i calciatori per questo”

Lotito ospite in diretta Facebook sul profilo del Corriere dello Sport per parlare di Lazio, scuola e formazione. Segui il live con SoloLaLazio.it

Appuntamento odierno col Presidente Claudio Lotito.

Il numero 1 della Lazio sarà ospite in diretta Facebook del Corriere dello Sport e parlerà dei biancocelesti, della scuola e di altre novità.

Il patron biancoceleste prendendo parola va subito al nocciolo della questione, descrivendo il suo ruolo nella società.

“L’esperienza fa assumere dei comportamenti diversi e c’è una ragione. Quando sono arrivato il sistema aveva un modus operandi non sostenibile. Nel mio primo intervento alla Lega quando presi parola tutti rimasero sconvolti. Dissi che il problema non era il Presidente ma la gestione.

Proposi gli stadi polifunzionali e un gioco a favore della Lega. Io applicai il sistema proposto e risanai la società. Un vostro redattore, Pietro Cabras che ormai non si occupa di Lazio, mi chiese quanto tempo avrei impiegato per risanare la società. I fatti, ad anni di distanza, stanno dimostrando che il sistema può funzionare.

Io sono il Presidente ma condivido anche con i tifosi il patrimonio storico della società e vogliamo diventare un punto di riferimento per i giovani. Per questo ricordo sempre ai miei giocatori che devono essere, prima di ottimi giocatori, grandi uomini. Quando Klose chiamò l’arbitro per dichiarare la colpevolezza di un fallo già fischiato a nostro favore, ne dimostrò questo atteggiamento. Non so quanti altri lo avrebbero fatto”.

“Sono stato accusato di non essere in grado di gestire la società. Io vorrei solo ricordare che la Lazio è seconda solo alla Juventus per trofei vinti. E vorrei anche ricordare che l’Italia U15 ha chiamato 7 giocatori dei giovanissimi della Lazio. 7/11 della squadra sono biancocelesti, questo significa che il nostro sistema funziona. Si semina e si raccoglie.  È vero che spesso l’essere modello della Lazio non viene riconosciuto perché i media vendono le notizie sensazionali. Però questo sistema dovrebbe esserlo. Nel sistema in cui viviamo conta ciò che si lascia. I giovani di oggi non hanno più riferimenti e lo sport, e nello specifico il calcio, è un riferimento”.

“Un Presidente come me, più che creare un sistema che renda i giocatori orgogliosi e attaccati alla maglia, più che a fare investimenti economici non vendendo i migliori giocatori, può applicare un atteggiamento psicologico. Io sono un combattente e mai un reduce, perché così si ottengono i risultati. Se hai le possibilità ma non raggiungi i risultati è perché non hai fame. Bisogna sempre avere la sana competizione agonistica sommata all’umiltà. Alla base di questo il Presidente cerca di dare sempre l’esempio: in alcuni casi sono intervenuto per dichiarare che l’atteggiamento di certi giocatori non fosse corretto. Il tifoso è un appassionato e spesso fa sacrifici per rincorrere la propria passione. Questo significa che la squadra deve dare sempre il massimo perché ne ha le possibilità e perché deve portare rispetto a quel tifoso.”

“Non dico di aver dato una Ferrari a Inzaghi, perché non sono io a doverlo dire. Ma penso che se ha vinto la Supercoppa contro la Juventus o contro l’Inter reduce dalla vittoria del triplete, se avesse anche avuto più fame adesso saremmo ad altri livelli”.

A chi si domanda per quale motivo, avendo riscontrato un problema nell’atteggiamento psicologico della sua squadra, ha confermato i giocatori della scorsa stagione, il Presidente risponde:

“Io ho cambiato gli 11 titolari perché ho comprato altri giocatori. Chi scende in campo non dipende da me e se lo facessi verrei criticato. Se ognuno di noi avesse umiltà si otterrebbero risultati diversi. Io sono abituato a lavorare in equipe: io decido ma ascolto tutti. Tutti devono lavorare nell’interesse del gruppo, se uno fa un errore questo si ripercuote su tutti.” 

La Lazio non raggiungerà i suoi traguardi finché non sarà chiaro a tutti che tutti sono utili ma nessuno è indispensabile”.

La Champions e De Vrij

“Così come gli errori si ripercuotono su tutti, anche i meriti sono di tutti. Ma io mi prendo le responsabilità degli errori perché in alcune situazioni avrei dovuto impedire che venissero commessi degli errori. Io in quella partita contro l’Inter non avrei mai fatto giocare De Vrij. Se ha giocato è perché non sono intervenuto.”

“Io ho dato la possibilità di raggiungere i migliori risultati. Oggi la Lazio è seconda solo alla Juventus, ma non mi basta. Perché quello che ho fatto io per questa società non ha precedenti e voglio raggiungere i massimi risultati”.

La stagione da 30 e lode

Gli stipendi si sono alzati rispetto all’inizio perchè abbiamo voluto valorizzare i nostri giocatori. Quindi anche per questo devono scendere in campo e daare di più. Ci sono diritti e doveri, e questa deve essere la stagione dei doveri. I diritti sono finiti. Chiedo quindi i risultati, in funzione di quello che hanno. Ho dato una Ferrari, ora bisogna raggiungere gli obiettivi. Io pago i calciatori per vincere, altrimenti schiererei la Primavera. Bisogna portare un risultato da 30 e lode”.

La reazione di Immobile a Inzaghi

“Durante l’intervallo aveva accusato un malessere, così che Inzaghi ha deciso di sostituirlo. La reazione di Immobile non è stata funzionale. Non consona all’evento e alla statura del giocatore, che deve dare l’esempio. Il problema è l’individualismo esagerato: in un gruppo bisogna fare gioco di squadra. L’esclusione di Immobile a San Siro? Bisogna soppesare se sarebbe stato meglio privarsi di una persona importante in una gara difficile o dare l’esempio a tutti”.

Sul 26 maggio e la vittoria contro la Roma nel derby in finale di Coppa Italia

“26 maggio? Non ci sarà mai più”.

Sabato c’è l’Atalanta, che negli ultimi due campionati è arrivata davanti la Lazio…

“Ha un’ottima organizzazione, ho una grande stima dei Percassi. Ci ho parlato anche un’ora fa. È una persona che sa fare calcio e lo fa in una città meno oppressiva di Roma, che è la piazza più difficile per fare calcio. Ci sono pressioni istituzionali, politiche e mediatiche che non ci sono altrove. I giocatori hanno più fame della Lazio, si vede in campo e nell’atteggiamento”. 

Sullo stadio:

Mi sono dedicato a migliorare e abbellire la casa della Lazio, ovvero Formello, il centro sportivo più grande d’Italia. C’è la necessità di avere lo stadio e mi piacerebbe farlo nella città, a Roma Nord. Purtroppo a Roma non è facile realizzarlo, ci sono una serie di interpretazioni varie. Qui si tenta di scongiurare lo stadio, si vede solo l’aspetto negativo, mentre in altre città viene incentivato. Invece è un bene sociale, oltre l’aspetto sportivo. Le persone devono farsi guidare secondo l”interesse collettivo. Con questa giunta ci sono le condizioni politiche? Non le ho esplorate, non posso esprimere giudizi. Non voglio fare da apripista, come ho sempre fatto. Vediamo che succede con gli altri. Il vincolo di esondazione può essere facilmente superato, nei terreni che ho indicato io non c’è mai stata una goccia d’acqua. La polita purtroppo viaggia su altre logiche. Spero che capiscano quanto sia importante per la Lazio, che è anche ente morale”.

Il bilancio è in negativo…

Abbiamo aumentato le spese. Il motivo deriva dalla Uefa che ha preso posizione e ha fatto una scelta. Prima era prevista una quota di ammissione e una di partecipazione, ora ce n’è solo una di partecipazione, quindi i soldi entreranno solo successivamente il prossimo anno. Ecco perché c’è quella perdita sul bilancio. La Lazio si è trovata con una quota importante in meno, ha chiuso in perdita al 30 giugno, ma dal 1 luglio sarà senza dubbio in attivo”.

 

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Gabriele
Gabriele
4 anni fa

Mai visto un uomo amare così tanto se stesso,un Ego smisurato…

Gabriele
Gabriele
4 anni fa

Sempre peggio…mi fa vomitare quest’uomo…imbarazzante.

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