La vittoria della Lazio nel derby assimilabile alla celebre composizione di Leopardi: il racconto del nostro lettore Giovanni Calviello
Prendendo a prestito il titolo della poesia del Leopardi, erano anni che il tifoso della Lazio non viveva un sabato così dolce e godurioso come questo del 2 marzo. Forse quello del 2000, quando con Veron e Nedved ribaltammo il Roman. Oppure il 4-2m con i gol di Pandev, Zarate e l’innominabile difensore serbo, ieri espulso a casacche invertite. Anticipi pasquali, quindi poco assimilabili a questo sabato sera
Ci resterà in dono la dolcezza di Felipe Caicedo, che in punta di piedi chiede di essere ricordato per lo slalom su Olsen. La rabbia di Ciro, da troppo lontano dal gol e da una forma fisica accettabile.E la goduria di Danilo per una corsa sotto la Nord nella Partita; un Danilo cresciuto caratterialmente tra il Sannio ed il Bisagno.
È un sabato dolce cari Laziali, ma ora subito testa a Firenze: c’è da difendere la classifica e l’entusiasmo.