Intervistato da Tridente Podcast, Alfonso Roberto Delgado, ex giocatore della Lazio, ha parlato della sua esperienza in biancoceleste. Ecco cos’ha detto in merito.
Le parole di Delgado
“Sono arrivato dopo un torneo a Tenerife. In prima squadra, il primo assaggio di campo è stato nel derby con Roberto Mancini. Sono andato in panchina a causa di alcuni infortuni, nonostante avessi 17 anni. Non mi sembrava vero. La sera prima del derby nessuno ha dormito. Ho provato ad andare in camera ma Couto mi ha detto ‘se non dormiamo noi, non dormi neanche tu’. Credo non si siano più addormentati… La vigilia del derby? La vivi male, si mangia poco. Ricordo che Mancini mi mandò a scaldare nel secondo tempo ma non entrai, facevo fatica a parlare con i compagni che si scaldavano con me per il frastuono dello stadio. A fine gara, nonostante io sia laziale sfegatato, ho cambiato la maglia con Totti. Chissà cosa ci ha fatto con la mia… Esordio? Bello, ma l’assist con l’Inter un’emozione indescrivibile. Ricordo solo il liscio di Cannavaro e poi la palla in rete. Mi è arrivato Favalli addosso, sono stato travolto. È stato bello festeggiare con la Nord e con 72 mila persone, poi la Lazio quell’anno arrivò in Champions League proprio a discapito di quell’Inter”.
Poi continua:
“L’anno dopo ho esordito in Coppa UEFA, abbiamo vinto 2-1. Nella gara decisiva Caso decide di mettermi titolare contro il Middlesbrough e ricordo Di Canio che disse ‘è la partita decisiva e fai giocare Delgado’. L’addio? Ho sbagliato a scontrarmi con Lotito. La Lazio era in una situazione critica, io avevo un contratto buono ma ricco per l’epoca e avrei dovuto accettare il taglio. Lui stava risistemando gli stipendi e alla fine, per come ha preso la Lazio e dove l’ha portata adesso aveva ragione lui. Fra l’altro per me, un ragazzo che veniva dal nulla, sarebbe stato comunque buono tenermi uno stipendio col club, anche se magari mi avrebbero prestato o dato via”.
Delgado e la Lazio di Baroni
“La Lazio di oggi? Nessuno avrebbe scommesso su di lei dopo il mercato, ma io per esempio di Dele Bashiru ero già convinto in estate che avrebbe fatto bene. Guardate anche Rovella, Guendouzi e Baroni. C’era scetticismo, addirittura Guendouzi sarebbe dovuto andare via e invece sono intoccabili. Una Lazio così bella non si vedeva da tanto, forse dalla seconda stagione di Inzaghi. Siamo quarti in Italia e primi in Europa League. Non dimentichiamo che abbiamo perso Immobile, Luis Alberto e Milinkovic in due anni. Per me potremo lottare fino alla fine per la Champions League.”