Nello speciale Behind the baller realizzato in collaborazione col Team Raiola, Luca Pellegrini, terzino della Lazio, si è raccontato a 360 gradi. Di seguito gli estratti sulla vita in biancoceleste:
“Arrivo alla Lazio? La cosa che mi ricordo di più erano gli sguardi dei miei amici nelle chiacchierate e nelle telefonate nei giorni prima dell’ufficilità del mio arrivo. La maggior parte di noi tifosi della Lazio sognavamo questa cosa. Ricordo i fumogeni non tanto all’aeroporto, ma arrivati a casa mia con tutti i miei amici più stretti che mi hanno accolto. È stato l’inizio di una favola che ancora oggi continua e che spero possa continuare ancora per molto tempo. Stiamo facendo bene, Roma è casa mia e non penso ci sia qualcosa che un calciatore possa chiedere di più rispetto a ciò che sto vivendo io. Maglie della Lazio? Queste sono fantastiche, mi vengono in mente tanti ricordi, tante partite. È bellissimo vedere i nomi di Stam, Crespo, Nedved… Pavel l’ho conosciuto di persona quando giocavo alla Juventus, era il vicepresidente e avevamo lo stesso procuratore (Mino Raiola, ndr.). Guardandole penso ai tempi passati e a tanti grandi calciatori. Non ho parole per descriverle. Maglie collezionate? Questa del Chelsea è di Toni Rudiger, abbiamo giocato insieme nei miei primi anni di carriera. È una persona spettacolare e un bravissimo ragazzo, anche se un po’ matto (ride, ndr.). Poi ne ho una di Chiellini, che me l’ha data quando ho fatto la tournée in America con la Juventus, stava già al Los Angeles. C’è una maglia anche di Fabio Pisacane, che è stato forse una delle persone che mi è stata più vicina nel mondo del calcio. Nel mio anno e mezzo a Cagliari mi ha sia fatto da chiocchia che ci è andato giù pesante, ma ha fatto bene. Ne ho una di Kolarov all’Inter nei miei primi anni di carriera, ho grande stima di lui per la persona oltre che per il calciatore. Ci tenevo ad avere una sua maglia. Del Real Madrid ho una maglia di Carvajal, non serve che dica qualcosa. Non ci ho mai giocato insieme, ma è uno dei migliori terzini destri degli ultimi vent’anni. Poi ne ho una di Frattesi al Sassuolo, con lui siamo cresciuti insieme. All’inizio eravamo contro, poi abbiamo giocato anche insieme. È una persona speciale, lo considero un amico vero che è la cosa più bella che ti dà il calcio. Prima di arrivare alla Lazio ho chiesto la maglia a Milinkovic-Savic, c’era la patch di miglior centrocampista. Della Juventus ne ho una di Pogba, autografata con dedica. È molto simpatico, è stato veramente d’ispirazione sotto tanti punti di vista per come viveva la sua vita. Mi ha dato tanti consigli, anche se abbiamo giocato poco insieme. Forse mi voleva bene dall’inizio. In Champions League con l’Eintracht ho giocato contro Bentancur, di cui ho la maglia del Tottenham. Pure lui una persona squisita: con il tempo capisci che i grandi giocatori hanno anche un grande lato umano dalla loro parte. Poi ce n’è una di Nainggolan, forse il più fuori di testa con cui ho giocato. Ma gli voglio bene, è un’anima buona. Ho una maglia anche di Pandev, al Genoa: è un idolo per me, come penso per molti tifosi della Lazio. Un grandissimo giocatore, persona simpaticissima. Abbiamo iniziato il giro degli attaccanti con le maglie di Bale, Salah, con cui ho giocato agli inizi, Di Maria, che mi ha dato tanto in soli due mesi, Morata, Ibrahimovic, mi ricordo che con una ‘rinviata’ mi alzò di mezzo metro dal campo perché avevo provato a fargli il tunnel, Ronaldo, che stargli vicino anche solo in ritiro mi ha lasciato tanto. Mi piace avere questa collezione, soprattutto dei giocatori che mi hanno lasciato qualcosa. Tifosi? Con loro ho un rapporto speciale. Per me sono stati importanti fin dal primo momento, essendo anche io un tifoso della Lazio sin da piccolo mi sono subito sentito vicino a loro. È difficile spiegare quello che provo dentro al campo quando guardo gli spalti e incontro i loro sguardi. So quanto ci tengono, quello che pensano e quello che vorrebbero dalla loro squadra. Io mi sento sempre in debito con i tifosi.”