Il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, è intervenuto ai microfoni di Lazio Style. Le sue parole:

“Abbiamo individuato tre profili in linea con le prerogative della società. A noi erano profili noti. Provstgaard lo seguivamo da tempo, a settembre è stato osservato dal vivo, è risultato idoneo al nostro progetto, poi sarà il tempo a dire se sarà valido per la Lazio. Mandas ugualmente, fu opzionato e anticipammo l’arrivo e ora ci sta levando soddisfazioni. Belahyane? Se ne dicono tante. È stato il mio sessantesimo mercato, ci sono dinamiche controversie e contorte. Ognuno fa il proprio gioco, chi bluffa e chi si ritira, come nel poker. Si stilano, insieme all’allenatore, profili utili al progetto. Qualche operazione può chiudersi prima, altre magari no. Belahyane lo seguivamo al pari di altri tre o quattro giocatori che condividevamo con Baroni. Abbiamo rifiutato diverse offerte con il veto posto da Baroni. Siamo in un ciclo di due o tre anni e siamo al 50/60% del lavoro da fare. C’è ancora molto da compiere, piano piano cerchiamo di arrivare o avvicinarci al 100%. Ognuno ha il suo compito. Un presidente allena il direttore sportivo, mettendo a disposizione un budget e tracciando delle linee guida. A sua volta il ds allena l’allenatore che poi allena la squadra. Abbiamo avuto tante richieste, Romagnoli, Tavares… Fare nomi diventa stucchevole. Ma se l’allenatore dice di non vendere noi seguiamo la sua linea guida. In estate si aprirà una nuova parentesi con nuove opportunità. Ci potrebbe essere la possibilità di vendere sostituendo chi dovesse partire nel migliore dei modi. Il calcio è un’idea, non una scienza esatta. Costruisci per un obiettivo e ti trovi in corsa per altro, penso al Napoli dello scorso anno. Ci sono tante variabili che possono compromettere il cammino. Non deve mai mancare la coerenza. Mi assumo le mie responsabilità e se dovrà esserci un colpevole saprete con chi prendervela. Ognuno di noi è chiamato ad assumersi responsabilità. Si diceva che non avremmo potuto fare mercato per colpa dell’indice di liquidità, evidentemente non è stato così. Questa è comunque una norma obsoleta. Chi ci rimette di meno nel calcio è il più bravo, chi ha idee, intuizioni. Siamo alla 23ª di campionato, abbiamo avuto degli infortuni nel periodo più snello del calendario, mantenendo la posizione in classifica, con un percorso inatteso e straordinario in Europa League. Faccio i complimenti a squadra e allenatore che si sono resi protagonisti di questa prima parte di stagione. Il domani non lo conosciamo, mi auguro per la società, per i tifosi e per la squadra che la costante venga mantenuta. Oggi, rispetto al passato dove c’erano due società nella vendita di un calciatore, ti devi rapportare con almeno 5/6 società: agenti, società, giocatori, intermediari… Mettere tutti d’accordo non è facile. Casadei? Avevo fatto una battuta che magari non è stata colta. L’allenatore non ha fatto mai opposizioni, avrebbe accolto Fazzini o Casadei come ha fatto con Belahyane. Fazzini era nella lista dei centrocampisti che stavamo seguendo. Se Belahyane è qui, è perché c’era anche l’avallo del calciatore. Fazzini non è andato in porto, Casadei poteva andare in porto. Hanno legato Sylla alla trattativa e in quel momento anche Casadei ha perso il mio interesse. Pellegrini? Quando c’è stato il taglio di Hysaj non ho notato questo clamore. L’allenatore ci ha compilato una lista e noi abbiamo avallato legittimando le sue scelte. Se non lo avessimo fatto avremmo mancato di rispetto al tecnico. Basic abbiamo cercato di darlo via, si è rivelato poi più funzionale di altri. Ognuno, ripeto, ha il suo compito, ma tutti devono rispettare i ruoli altrui. Olympia? Vicenda triste, non ho altro da aggiungere a quanto già detto. Si è andati oltre rispetto ad un codice interno che abbiamo. Dobbiamo andare avanti rispettando questo codice e le nostre idee, non do colpe ma applico il regolamento, altrimenti finirei nel qualunquismo generale.”