Lazio, Lotito: “Il miglior derby vinto? Il 26 maggio 2013”

Lazio, le parole di Lotito ad un evento organizzato da 'La Giovane Roma', con lo stesso presidente biancoceleste come ospite speciale

Lotito Lazio

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha partecipato ad un format de ‘La Giovane Roma’, che ha organizzato un’evento, intitolato (per l’appunto) ‘Un aperitivo con Claudio Lotito‘, con lo stesso presidente della Lazio che è stato l’ospite speciale.

Le dichiarazioni del presidente della Lazio:

Io non bevo alcolici, preferisco sempre un cocktail di frutta analcolico. Ho tre telefoni, in passato ne avevo cinque. Sto ore intere al telefono, ogni giorno. A vent’anni ero proteso a capire quale fosse la strada migliore per me. Ho intrapreso degli studi che poi mi sono stati utili. Ho il rimpianto di non essere diventato medico, poi la vita ti porta ad avere soluzioni alternative”.

“Nella vita ho fatto il giornalista, politica, con l’indirizzo poi di fare l’imprenditore. Sono uno tenace, determinato, a cui piacciono le sfide. Era sempre una sfida continua. Ai giovani consiglierei di avere la forza di affermare le proprie idee. Alle parole devono combaciare i fatti, lo dico sempre”.

Io sono stato un uomo fortunato nella vita, ho avuto la possibilità di dimostrare le mie capacità. In politica cerco di ridare questo al mio territorio, alla gente. Il politico migliore che ho conosciuto è Silvio Berlusconi, aveva la visione che è fondamentale per chi fa politica. Bisogna vivere di ideali e crederci, dimostrando poi i fatti”.

Difetti? Ne ho tantissimi. Come pregio, sono molto determinato, combatto sempre. Io mi reputo un combattente e mai un reduce. La religione? Sono un cattolico replicante. Un romanista che stimo? Avevo un buon rapporto con Franco Sensi. Al suo funerale mi hanno fatto un applauso i tifosi della Roma. Ho sempre avuto rispetto per le idee degli altri”.

“Attualmente ho un buon rapporto con De Rossi e Totti. Li rispettavo per il loro valore, indipendentemente dalla fede calcistica. Loro hanno sempre avuto il coraggio di riconoscere la nostra forza sul campo quando era il momento, quando la Lazio vinceva. Mi venivano sempre a salutare, questo non lo dimentico. Li stimo come persone anche perché hanno fatto la storia della Roma”.

“Fughiamo ogni dubbio: la favola per cui io sono romanista nasce dal fatto che mio suocero era comproprietario della Roma con Sensi. Per questo io ogni tanto, da genero, andavo a vedere le partite della Roma. Mio suocero ora viene a vedere tutte le partite della Lazio, è lazialissimo, grazie anche a mio figlio Enrico”.

“Il miglior derby vinto? Il 26 maggio 2013, la coppa che non verrà mai più. È stata una soddisfazione grandissima. Per una settimana a Roma c’era il coprifuoco. Devo dire che i romanisti sono molto legati alle loro squadra. I laziali invece hanno la memoria molto più corta. La Lazio però è nata prima nel 1900. Lo Scudetto della Lazio sarebbe il coronamento del mio percorso di vent’anni. È una grande soddisfazione per me essere arrivato fin qui. Quando ho preso la Lazio nel 2004, per tutti era impossibile sanarla con i debiti che aveva. Io mi sono fatto carico di questo, a distanza di tempo la società ora sta bene, ha vinto tanti trofei, ora è in costruzione anche l’Academy nel centro sportivo più grande d’Italia. Il Flaminio? Non dipende da me, ci serve la decisione degli enti preposti”.

A margine dell’evento, Lotito ha rilasciato altre dichiarazioni ai microfoni dei cronisti presenti:

Cosa penso della sconfitta di ieri? Non tutti i mali vengono per nuocere, un bagno d’umiltà serve sempre per riniziare con maggiore entusiasmo e concentrazione. Sicuramente ieri è stata una partita ineguagliabile, abbiamo perso due difensori centrali e poi nei primi 35’ la Lazio stava mettendo in forte difficoltà l’Inter. Questa è la sconfitta più sonora che ho vissuto in vent’anni. Chiaro che poi dopo la squadra si è disunita, ma deve essere un modo per riflettere e riportare tutti con i piedi per terra”.

Se Inzaghi ha infierito? Dovete capire una cosa, non ho fatto queste riflessioni. Ognuno di noi ha delle sensibilità, io non devo dimostrare nulla e nemmeno la Lazio. Nella vita uno si comporta come vuole, il calcio poi è fatto di corsi e ricorsi. Dispiace che la squadra, che fino all’ultimo ha lottato, è una partita nata male. Abbiamo sbagliato i gol, Gila ha avuto un malore intestinale e l’altro è uscito intontito dopo un colpo in testa. Non ci sono spiegazioni. Poi la squadra si è disunita e anche il modulo ha inciso in quel momento, certo non è la squadra che ha combattuto col Napoli. Penso che poi, lo ribadirò, un bagno d’umiltà serve a tutti”.

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