Luca Pellegrini ha rilasciato una lunga intervista a Il Tempo e ha parlato del campionato in corso, della Lazio e dei suoi compagni. Ecco cos’ha detto il terzino biancoceleste sullo spogliatoio e non solo.
Le parole di Pellegrini sulla Lazio di Baroni
“Stiamo lavorando bene, così come abbiamo fatto bene in ritiro. La cosa che ci dà forza è un po’ di entusiasmo, dobbiamo essere bravi a non oltrepassare la linea che divide entusiasmo e presunzione. Il mister è stato bravo, è una persona intelligente e molto empatica, ha le qualità per fare bene con una squadra come la nostra. Come gruppo noi siamo sempre stati forti e coesi, il mister però ci ha dato una grande mano. Finora è stato un campionato bello, sei squadre in due punti. La Serie A è molto competitiva, secondo me è seconda solo alla Premier League, anche se non ci ho mai giocato. Il calcio si sta modernizzando, anche una squadra cosiddetta piccola non ti regala niente, anzi prova anche a farla e ti mette in difficoltà“.
Poi continua:
“Un allenatore bravo è quello che capisce le qualità del gruppo a disposizione. Non c’è differenza tra chi gioca 5 minuti e chi ne gioca 90, l’impatto è lo stesso. Questo è il pregio più grande, poi certo è più contento chi gioca 38 partite di chi magari ne gioca 5. All’inizio dell’anno tante parole sono state spese, della Lazio non ne parlava nessuno. Ma a noi piace così, non vogliamo stare in questa orbita, le pressioni le lasciamo agli altri. Di limiti ne abbiamo tanti, ma siamo bravi a nasconderli”.
Pellegrini e lo spogliatoio
“La cosa che non deve mai mancare è la fame di vincere, come quando ho fatto quella scivolata contro il Porto. Bisogna lottare su ogni pallone. Io muoio per te e tu muori per me, l’esempio è Pedrito che nelle ultime partite ha corso come un ventenne. Rovella si è calato subito dentro all’entusiasmo travolgente della piazza e un po’ di merito è anche mio. I primi giorni che è venuto a Roma stavamo sempre insieme e gli ho fatto un po’ di scuola di tifo: gli ho fatto vedere i video delle partite che sono entrate nella storia della Lazio. Anche grazie ad altre persone che ha conosciuto è diventato un Ultras in campo”.