Mattéo Guendouzi, centrocampista della Lazio, ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe, nella quale ha parlato del suo arrivo a Roma, del suo incontro con Tudor in Italia e di molto altro.
Ecco le sue dichiarazioni: “Sportivamente sappiamo poco della Lazio all’interno della Francia. Ma sono arrivato in un club storico che ogni anno gioca in Europa, con una tifoseria molto passionale sia in casa che in trasferta. Ricordo che quando sono arrivato all’aeroporto c’erano tra le 500 e le 1000 persone che mi aspettavano”.
“Cosa ho pensato l’anno scorso quando è arrivato Tudor? (ride, ndr) Non è un calcio che mi piace molto il suo, ma mi sono dovuto adattare. Quando ero al Marsiglia, ho saputo fare quello che mi chiedeva e penso di averlo fatto bene. Qui sono rimasto professionista e ho continuato a giocare”.
“Quando stai bene mentalmente nella tua vita, fa una grande differenza in campo. Sono un tipo piuttosto casalingo, quindi, quando posso, approfitto e sto a casa. Si tratta principalmente di formazione e di vita familiare: noi giocatori dobbiamo riuscire a conciliare le due cose perché le partite sono tante e dobbiamo sfruttare il tempo in cui siamo in casa. I bambini cambiano tutto nella vita. Prima senza di loro, quando perdevo, ero molto arrabbiato. Ora sta cambiando la mia prospettiva, i bambini mi fanno dimenticare tutto”.