Quattro vittorie, un pareggio e due sconfitte: questo il bilancio delle prime sette giornate di Serie A giocate dalla Lazio, con 14 gol fatti e 11 subiti. La squadra di Marco Baroni diverte, convincendo sempre di più tifosi e addetti ai lavori. A parlare dei biancocelesti ci ha pensato Marco Ballotta: l’ex portiere laziale ha detto la sua ai microfoni di SportPaper.it. Ecco le sue parole in merito.
Il pensiero di Ballotta sulla Lazio di Baroni
“Si era titubanti all’inizio, ma ci vuole pazienza quando si cambia allenatore e giocatori. Tuttavia, la pazienza qui non ce l’ha nessuno, e invece serve per valutare il lavoro di un tecnico e dei calciatori perché nessuno ha la bacchetta magica e il tempo necessario ci vuole. Baroni sta mostrando le proprie capacità, allontanando l’esitanza iniziale attorno alla sua figura, dimostrando di essere arrivato tardi ai grandi palcoscenici, nonostante la grande esperienza in A. Quando si giunge ad allenare nella massima serie vuol dire che si hanno le capacità per farlo, ma spostandosi verso squadre di livello è diverso. Spesso può essere più facile, avendo a che fare con elementi in rosa di livello superiore”.
Poi continua:
“Calciomercato? Delle volte i nomi altisonanti servono più per la piazza che per la squadra. Faccio sempre l’esempio del Bologna che, pur senza grandi nomi, puntando su giocatori di prospettiva, pagati poco, è riuscito ad arrivare in Champions League, rivendendone alcuni a cifre importanti. Quindi, non è necessario comprare il nome, ma bisogna puntare su giocatori utili, guardando anche l’ottica futura. Per quanto riguarda la prima parte del campionato: Dia mi sta piacendo. Adesso la Lazio gioca molto di squadra, con uno spirito diverso. Prima si era di più per la critica verso giocatori che magari non giravano nella maniera giusta. Dia è uno, ma anche Rovella è cresciuto tanto, così come Castellanos sta facendo bene. Adesso si fa fatica a trovare un punto debole”.
Adesso sono tutti sul carro dei vincitori se perde 2 partite lo mettono alla fucilazione regolatevi
Il Bologna arriva in Champions l’anno in cui ci sono 5 posti a disposizione, il Napoli va in crisi profondissima con diversi cambi di panchina, Lazio e Roma non ne approfittano, e l’Atalanta si qualifica al 4° posto però vincendo l’EL che garantisce comunque la partecipazione.
Bravissimi ad aver saputo approfittare degli stenti altrui, così come noi lo fummo l’anno precedente arrivando al secondo posto, ma pur sempre si tratta di eccezioni.
O forse Ballotta si é dimenticato quali squadre e con quali mezzi economici e calciatori nel periodo in cui lui giocava si contendevano scudetto etc.?