Elisabetta Oliviero, nuova terzina della Lazio Women, è intervenuta ieri ai microfoni ufficiali del club biancoceleste per parlare del derby giocato venerdì sera e non solo
Ecco le sue dichiarazioni: “Derby? Abbiamo dimostrato che siamo pronte, anche se non totalmente. Stiamo lavorando. Penso sia bugiardo chi dice di non aver avuto i brividi vedendo la partita per intensità, voglia e unione mostrata in campo. La strada è lunghissima, abbiamo tanta voglia di lavorare, migliorare e regalare altre emozioni del genere. Come sta procedendo l’ambientamento a Roma? Bene, siamo qui a Formello e difficilmente ci allontaniamo perché fa tanto caldo. Per vedere la città ci sarà tempo. Siamo stanche, lavoriamo duramente e siamo concentrate sull’iniziare bene e sul lavorare il più possibile. Ognuno di noi fa quel che può con e per la Lazio. Mettiamo a disposizione quello che abbiamo: esperienza, voglia di imparare, calarsi in questa realtà e vedere palcoscenici importanti. L’unione di queste caratteristiche porta in campo quello che abbiamo fatto vedere”.
“Il derby è stato magico: tutti ti raccontano il derby come una partita incredibile, ma viverla da dentro, con tutti i tifosi presenti, ha dato una bella dose di adrenalina. È stato un momento bellissimo. Il premio da MVP? Poco da dire: la strada è lunga, le compagne erano al posto giusto. È stato il concatenarsi del lavoro di tutte quante, non mi prendo alcun merito. Il 3-5-2? Sicuramente non è facile da fare: è un modulo fatto di molti equilibri. Lo staff è attento a ogni dettaglio, stiamo tutte imparando a muoverci nel modo giusto. Abbiamo trovato un buon equilibrio, ma potrà accadere di tutto durante l’anno: potremo cambiare, dipende da noi come interpretiamo le situazioni di gioco. Non c’è titolare, noi lavoriamo tutti insieme. Remiamo tutte dalla stessa parte, lavoriamo insieme per raggiungere i traguardi più importanti”.
“Organizzazione che ha la Lazio Women? Io sono sicura che possiamo vantarci di avere una grandissima struttura che pochi club in Italia hanno. Questo è già un grandissimo punto di partenza perché ti permette di lavorare bene e di avere tutto a disposizione: sala video, crioterapia, macchinari per fisioterapisti e dottori. La performance dipende tanto da come si sta anche dentro una struttura in cui poi si crea un’anima, quella della squadra. Siamo fortunate e contente di poter lavorare in un’ambiente così bello. Il mister? Mi chiama Pierino, ma non ho capito perché, chiedeteglielo venerdì, io ormai non ricordo più il mio nome (ride, ndr). A parte questo, io posso solo dire che per me parlare con lui è stato determinante. La sensazione che ho avuto anche qua, oltre quella a primo impatto, è di un gran martello, un gran lavoratore. Noi siamo la squadra giusta per lavorare con lui”.
“Calcio femminile? Non essendoci una grande parte economica come nel masichile, noi abbiamo ancora quella voglia di rivalsa di giocare e imparare per la gente. Abbiamo ancora i classici valori che purtroppo non si vedono più così spesso nel maschile. Penso che questo spinga persone come mister Grassadonia e mister Soncin a non voler più uscire da questo mondo. Abbiamo una voglia di imparare e lavorare che probabilmente i nostri compagni del maschile hanno perso. Il gol di Linari della Roma? Ho rosicato tanto, non ci ho dormito (ride, ndr). Determinate partite si preparano da sole, gli avversari più ostici sono sempre i diretti avversari. La strada è lunga. Stiamo lavorando per andare a giocare con l’Orobica, per preparare la partita con la stessa attitudine e atteggiamento così come per tutte quelle che avremo fino alla fine. Squadre come la Roma non ti permettono di mollare, noi non lo abbiamo fatto. Rimanere in partita è una delle regole che ci accomuna. Bisogna rimanere sempre in partita: può succedere qualsiasi cosa per ribaltarla”.
“La Nazionale? È stato bellissimo, all’inizio ho solo pianto poi ho chiamato la mia famiglia, è stato il mio primo pensiero. È bellissimo perché vedi i sacrifici di una vita che hanno un risultato. Ma è sempre un punto di partenza, non sono mai contenta e ho sempre voglia di lavorare. È stata un’emozione forte, poter giocare ancora di più. Per tutto l’inno ho pensato a non piangere: è un onore ogni volta indossare la maglia della Nazionale e rappresentare tutto lo Stato italiano”.
“Le saune? Il dottore mi ha sgridato, massimo il lunedì o il martedì ma solo quando fa freddo altrimenti fa male (ride, ndr). L’infortunio di Tarenzi della Samp, mia ex compagna? Mi dispiace molto, ma conosco la sua forza. E’ un’ottimo capitano e ha trainato la Samp in momenti difficili. Spero e sono sicura abbia la forza di uscire da questo infortunio e di giocare qualche gara da qui alla fine. I gol? Io preferisco far segnare gli altri. Giocando a cinque forse posso trovarmi di più davanti alla porta, ma la fame del gol è degli attaccanti e va nutrita. Se poi ci troviamo davanti alla porta chi segna segna (ride, ndr)”.