Intervenuto in diretta Facebook nella giornata di ieri sulla pagina di sololalazio.it nel corso della puntata di SoloLaLazio Talk live, Massimo Cragnotti, ex direttore generale della Lazio gestita dal padre Sergio, ha raccontato chi era per lui – e per la sua famiglia – Sven Goran Eriksson, svelando anche qualche aneddoto di mercato (e non solo) durante la presidenza Cragnotti:
“La Lazio va amata, consiglio a tutti i tifosi di starle vicino a 360 gradi. Intendo alla squadra, all’allenatore e ai dirigenti. Proprietà? Per tornare a vincere in ambito nazionale e internazionale credo servano capitali stranieri, non vedo nessuno in Italia che possa farcela dopo quello che abbiamo fatto noi. La Lazialità c’è sempre stata, da quando la Lazio è nata nel 1900 e anche nei momenti di difficoltà, magari nel nostro periodo di presidenza sono stati esaltati i suoi valori grazie alle vittorie in campo nazionale ed europeo.”
SU ERIKSSON:
“Diciamo che fino agli inizi del 2000 la sua Lazio me la sono goduta da normale tifoso che andava sugli spalti ad ammirare ogni vittoria. Non frequentavo molto lo spogliatoio prima del mio ruolo dirigenziale. Il mister non parlava tanto, aveva le idee chiare, era un grande ottimista, forse un po’ chiuso, riservato. Ho un grande ricordo della sua persona. Nel 2000, dopo la vittoria dello Scudetto arrivò da noi con una lista. Aveva diviso la rosa in tre parti. Il gruppo dei favorevoli alla sua permanenza, i neutrali e chi lo avrebbe voluto allontanare. Ci chiese di cambiare praticamente tutta la rosa perché era convinto che più di quello non potessero fare, vedeva sazietà nel gruppo. La rivoluzione non fu fatta in quanto andò via prima, ma probabilmente, col senno di poi, avrebbe avuto ragione lui a voler cambiare diversi uomini e sono sicuro che mio padre avrebbe fatto di tutto per assecondarlo.”
SUL MERCATO E SULLE VITTORIE:
“Eriksson veniva interpellato. Venivano fatte delle riunioni, poi decideva papà. Anche tre procuratori su tutti furono decisivi nel mercato. Si tratta di Mascardi, Morabito e Fioranelli. Soprattutto Mascardi che portò Veron, Salas, Crespo e via dicendo. Se guardo la formazione del 2000/2001 noto come fosse nettamente più forte dell’anno precedente ma non ha vinto nulla. L’unico rimpianto è aver vinto meno di quanto potevamo vincere. Forse anche noi come società avevamo una mentalità ancora arretrata per poter vincere almeno un altro scudetto.”
SU NESTA:
“Si sono dette tante cose… Vorrei dire la mia dopo vent’anni, anzi ventidue e raccontare come sono andate veramente le cose. Lui e i suoi procuratori vollero andare via. È un diritto di ogni giocatore, ma fummo costretti a venderlo non tanto per problemi economici, ma quanto perché si presentò il suo agente dicendoci: ‘Abbiamo firmato col Milan’. Papà a quel punto rispose: ‘Bene, questo è il prezzo per cedere Nesta’. Non è vero che fu una scelta della Lazio dettata da problemi finanziari. Purtroppo Nesta non riuscì ad opporsi ad una scelta fatta dal suo entourage.”
SU NEDVED:
“Non fu lui ad essere scorretto, bensì Moggi. Aveva firmato il rinnovo, tanto che mi regalò anche la penna utilizzata. Avevamo stracciato il contratto di cessione alla Juve dopo un mugugno della piazza, nonostante un accordo firmato da papà e Moggi per la sua cessione. Il problema fu una seconda copia nelle mani della Juventus che Moggi depositò e non ci consentì di fare altrimenti se non cederlo. Fu decisiva anche un’alta commissione pagata ai suoi agenti.”
SU MENDIETA:
“Era il centrocampista più forte d’Europa. Non ricordo neanche se avevamo un’alternativa all’epoca, ma lui era stato inserito dalla Champions League nella lista dei migliori giocatori in Europa. Era appena partito Nedved, forse fu la prima e unica volta che mio padre sentì la pressione di una contestazione, nonostante anche lui ne abbia subite alcune e decise di fare quell’operazione, nonostante non ne fossi convinto io in primis e purtroppo non andò bene. Forse a Valencia aveva un ambiente congeniale per cui riuscì ad imporsi rispetto a Roma.”
SULLA SUA PERMANENZA NEL MONDO DEL CALCIO:
“Si, ho tentato di rimanere nel mondo del calcio. Non con la Lazio. Sarei voluto diventare agente, avrei fondato una mia società, ma non ho ricevuto aperture, così come per la possibilità di entrare in dirigenza in altre società extra Lazio. La porta, purtroppo, è rimasta sempre chiusa.”
INFINE UNA CHIOSA SUL RAPPORTO ATTUALE FRA CRAGNOTTI E I CALCIATORI:
“Nessuno ha mai fatto una telefonata a mio padre della rosa in venticinque anni.”
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Te credo, è stato due anni senza pagare gli stipendi xD
Nel 2001 abbiamo comunque vinto la supercoppa italiana, certo poca cosa, ma la Roma, dopo il nostro “oltraggio” doveva vincere. Inutile che stiamo a rivangare le loro malefatte, a partire dalla fideiussione taroccata per iscriversi alla serie A fino al caso Nakata, giocatore rivelatosi decisivo nello scontro diretto di Torino. INTOCCABILI DAL 1927… Quanto a Mendieta, non aveva comunque le caratteristiche di Nedved, la fretta di rimediare alle pressioni ha fatto il resto. Vergognoso il comportamento dei calciatori nei confronti dell’ Imperatore, ma purtroppo non stiamo parlando di gente come Giorgio, Cecco, Wilson ecc. Avanti Lazio e lode a Cragnotti Imperatore.
Aquila ricordati :
LORO SONO UNA SQUADRA DI STATO
Massimo, personalmente non smetterò mai di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per la nostra Lazio,in quegli anni viaggiavo molto per il mio lavoro e tutto il mondo parlava di noi,io ho conosciuto tuo PADRE GRANDE PERSONA, ECCEZIONALE,una volta ero in Ecuador e vidi passare nel centro di guayaquill 3 ragazzi con la maglietta di Salas con l’aquila sul petto,stessa cosa qualche mese dopo in Thailandia 4 ragazzi con la maglia della Lazio su due motorini mi sembrava incredibile,la mia LAZIO…..Oggi ci prendono tutti per il cu..lo ,poi volevo dirti che capisco benissimoil tuo stato d’animo,la riconoscenza e il rispetto non è più di questo mondo.
ETERNAMENTE GRAZIE,un saluto al MIO PRESIDENTE SERGIO CRAGNOTTI
Mi associo, io ho parlato con il Presidente un giorno a Montepulciano una decina di anni fa, l’ho incontrato in una piazza del paese, era con la moglie,l’ho ringraziato per tutte le emozioni che ci ha regalato… immenso, un signore, gentilissimo, educato, gli vorrò sempre bene come a Sven e alla capoccia der Cholo quella sera a Torino con la Juve!!!! MENO 3!!!!!!! Invece se incontrassi er gestore je sputerei addosso!!!!! Ai romanisti si fa così….