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Casa Lazio

Lazio, Cataldi: “Sognavo di giocare in Serie A e ci sono riuscito. Squadra? Questo è il mio vero primo anno”

Il centrocampista biancoceleste ospite di DAZN Talks

Danilo Cataldi ha è intervenuto a DAZN Talks. Queste le sue parole:

“Sin da piccolo sognavo di giocare a calcio, quando in quartiere giocavo coi miei amici. Poi alla Lazio ho fatto tutta la trafila nelle giovanili. La prima esperienza a Crotone non è stata semplice perché per la prima volta andavo lontano da casa. Poi ho fatto con Pioli una buona stagione al rientro, prima di incappare in qualche difficoltà. Roma se non la sai gestire ti divora. Le esperienze a Genova e Benevento mi sono servite. La fascia al derby è stata emozionante ma non rivivrei mai il pre gara. A Roma il derby si vive 365 giorni l’anno, anche d’estate, il pianto dopo la gara, anche perché l’avevamo vinta in una maniera magari non bella ma comunque che ti da soddisfazione. L’esordio in A? Bello, c’erano i miei genitori, un sogno entrare a giocare per la prima volta con la mia squadra del cuore, anche se poi rimane il rammarico per il risultato. La settimana poi ho esordito da titolare e abbiamo battuto il Milan 3-1. Venerdì che partita mi aspetto? Sono fiducioso della squadra, è innegabile che loro sono i più in forma d’Europa, non ci nascondiamo, ma credo possiamo fare bene anche se sarà molto difficile. L’avversario più difficile? Forse l’Atalanta di qualche settimana fa. Quando fanno la gara perfetta è tosta, io sono stato messo molto in difficoltà. Il calciatore che più mi ha impressionato? Kvaratskhelia, perché era una delle prime gare stagionali e ancora non era ben conosciuto in Italia. Quando lo abbiamo incontrato se ne parlava bene, ma non me lo aspettavo così forte. È stata una bella sorpresa. Di cosa parlo con Sarri? Con lui si parla solo di calcio. Sa il fatto suo, è un perfezionista, non è quasi mai contento. Cerca sempre il cavillo per farti migliorare e lo apprezzo. A volte racconta qualche aneddoto della sua vita ed è molto divertente quando ne parla. Non ho mai visto cosa scrive nel foglio in panchina. Il 32? A Crotone avevo il 28 e volevo riprenderlo, però era occupato. A quel punto un massaggiatore mi consigliò il 32 e presi quello. Poi ho provato a cambiarlo e non è andata bene, quindi per scaramanzia ho preso nuovamente il 32. Città? Vivo molto tranquillamente, cerco di godermi la famiglia. Poi ovviamente il tifoso lo incontri e ti carica. Spesa? Non ricordo mai niente, devo richiamare mia moglie quando sto al supermercato. Quando mi sono sposato ho donato una parte dei regali in beneficenza a persone che ne avevano bisogno. Cerco sempre di fare queste cose senza sponsorizzarmi, non amo stare sotto i riflettori. Avrei preferito giocare in anni in cui non esistevano i social. Videogiochi? Finché non è nato mio figlio un po’ ho giocato. Durante la pandemia mia moglie ha staccato tutti i videogiochi a casa (ride ndr). Personalmente Sarri è stato molto importante. Venivamo dal calcio di Inzaghi che è molto diverso. Sarri vuole pressing, squadra corta e rapidità. All’inizio è stato difficile, anche perché mi allenavo da mezz’ala, poi piano piano sono passato a fare il play, migliorando anche la fase difensiva, che non è il mio forte. Spero che la scommessa del mister di mettermi centrale si riveli vincente. Questo per me è il primo anno da titolare con un ruolo definito, anche se ho 29 anni. Per ora va tutto bene, spero di raggiungere gli obiettivi prefissati insieme alla squadra. I sogni da bambino erano giocare in Nazionale e vincere lo Scudetto. Chissà, magari in futuro… Altre cose si sono avverate: giocare in A, avere una famiglia e vedere i miei genitori stare bene. Provedel? È un bravissimo ragazzo. È molto silenzioso ma ti trasmette tranquillità e ti da sicurezza. È un grandissimo portiere. Non urla, ma riesce comunque ad infondere calma. È atipico da questo punto di vista. D’altro canto Luis Alberto perde la pazienza facilmente, ma credo sia la caratteristica del numero dieci. Nello spogliatoio abbiamo bei personaggi, siamo un bel gruppo, quest’anno è arrivato Casale che è un personaggio straordinario. È molto simpatico nelle sue particolarità ed è un grandissimo giocatore. Gila è il compagno che ha più gusti discutibili sull’abbigliamento. Gli ripetiamo tutti i giorni che non è capace a vestirsi (ride ndr). Rispettiamo il suo stile ma lo prendiamo in giro. Comunque ha grande personalità. Fantacalcio? Non ci ho mai giocato. Poi due anni fa sono stato convinto ma dimentico di mettere spesso la formazione o non ricordo gli squalificati. Poi ci sono troppe applicazioni, sarebbe meglio averne una sola. Nelle ultime settimane ho messo Romagnoli nonostante fosse infortunato. Fermare Lobotka sarà difficile, bisogna fargli i complimenti. Quando è arrivato ha avuto difficoltà ad inserirsi in Serie A, ora bisogna solo battergli le mani. Anche perché Napoli non è una piazza facile. È cresciuto tantissimo, non sappiamo ancora come fermarlo, ne discuteremo e ci alleneremo per essere pronti.”

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