Signori ieri ha ricevuto la grazia da Gravina, che l’ha reintegrato nel mondo del calcio dopo l’ingiusta condanna
Dopo la grazia ricevuta dal presidente federale Gabriele Gravina, Beppe Signori è tornato a vivere. “È un giorno di grande felicità, ma anche di tristezza e sconforto perché mi riporta indietro di dieci anni. Ho rinunciato alla prescrizione, per me o era bianco o era nero. Sono l’unico uscito bianco da tutti i processi”, racconta l’ex centravanti della Lazio in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
“Un giorno che non dimentico è quello dell’arresto: una valanga improvvisa. Impronte e foto segnaletiche, 150 fogli letti in poche ore, giornalisti che chiamavano e feci la dichiarazione: “Abbiate pietà. Ma era solo per dire che non stavo capendo nulla”. Poi ancora: “Due anni fa ho rischiato di morire, sputavo sangue. Sono andato al Sant’Orsola e durante i controlli il mio cuore non ha retto. Mi hanno salvato la vita. Troppo stress accumulato, e questi 10 anni nessuno me li darà indietro. Ci sono stati anche brutti pensieri ma ora vorrei allenare, rimettermi in gioco. Sono ancora ferito, ma sono un leone pronto a qualsiasi sfida”.