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Superlega, i motivi per cui non piace o non interessa

La rivoluzione della Superlega è alle porte, ma tanti non piace. E c’è anche chi non è interessato. Ciascuno con i propri motivi.

Di Micaela Monterosso e Tommaso Fefè

Tanto tuonò, che piovve. La Superlega – spauracchio sbandierato dalle grandi squadre d’Europa in faccia alla UEFA da oltre 20 anni – è diventata realtà. Ma non è tanto la notizia in sé ad aver generato un terremoto, quanto i modi e i termini con cui i 12 club separatisti hanno presentato la fondazione di questa lega privata. Arroganza e presunzione, le accuse principali che il mondo del calcio sta rivolgendo loro.

Ai più critici osservatori è sembrato che – a dispetto di comunicati e dichiarazioni di intenti migliorativi per lo sport – a muovere il sole e l’altre stelle sia stata una mera questione di soldi. Non manca certo qualcuno a cui l’idea di un torneo elitario piace. Soprattutto tra interisti, milanisti e juventini.

A molti altri, invece, l’idea fa proprio ribrezzo. E sono la maggioranza, a giudicare dalle reazioni sui social e nelle chiacchiere da bar.

I 5 motivi per i quali la Superlega non piace

1° – 12 squadre, tra le quali 3 italiane che non vincono in Europa dai tempi di Carosello e altre che non hanno nemmeno mai vinto una Champions, decidono di crearsi la loro competizione. Forse lo fanno proprio per sperare di tornare ad alzare finalmente un trofeo. ‘Spiaze, ma così varrebbe quanto un bonsai.

2° – Risana i debiti degli insanabili. Squadre indebitate fino all’osso, scelte con criteri opinabili, per magia si vedrebbero accreditare qualcosa come 350 milioni di euro a stagione. E quelli che hanno tenuto a fatica i conti in ordine, tutti fessi. Assurdo è un eufemismo.

3° – La Champions, l’Europa League e la neonata Conference League rischiano di diventare poco più che tornei provinciali. Che UEFA e FIFA non possano fare la morale è un punto su cui sono più o meno tutti d’accordo (i morti per i Mondiali in Qatar, gridano vendetta). Ma a rimetterci saranno solo i tifosi di quelle squadre che speravano di potersi confrontare almeno una volta con il gotha del calcio.

4° – Il giocattolo si basa sui diritti televisivi. Inutile prendersi in giro: a far parte di questo circo per paperoni saranno i club col maggior numero di tifosi. Che portano abbonamenti e quindi soldi. Occhio però. Perché, in particolare oltremanica, molti supporters non stanno abboccando. Forse la Superlega non finirà su Teleroma56, in co-esclusiva con 7 Gold, come i campionati nazionali. Ma il rischio che possa fare grossi ascolti solo su Al Jazeera e la CNN c’è.

5° – Una competizione così esclusiva, finta, di plastica, non ha senso. Se la logica è “il pallone è mio e ci gioco io“, finirà con pochi amichetti ricchi (che poi, sulla ricchezza ci sarebbe tanto da dire) che se la cantano e se la suonano giocando solo tra loro. Buon divertimento, ora però levatevi dal… campo.

 

Esiste poi un’altra frangia, pur sempre indignata, ma meno rumorosa. Sono coloro ai quali non piace per niente questa novità, ma non la vedono come un problema. In pratica, non gliene importa nulla.

I 5 motivi per i quali la Superlega lascia indifferenti

1° – Perché una squadra del cuore si segue a prescindere dalla serie in cui gioca, dai trofei che vince o dalla competitività delle avversarie. Gli altri possono inventarsi i tornei che vogliono. Il vero tifoso sostiene i propri colori con la stessa forza sia contro il Real, sia contro il Campobasso. E si diverte allo stesso modo in trasferta a Cava de’ Tirreni, come al Parco dei Principi.

2° – Se le stelle del calcio molti le guardavano in tv già prima, lo continueranno a fare anche ora: tanto Mbappé e Neymar nella loro squadra non li avrebbero mai visti comunque. Ma vale anche e soprattutto il contrario: se già prima da parte di qualcuno c’era poco interesse per i tornei dove la propria squadra non giocava, perché mai la Superlega dovrebbe appassionare di più?

3° – Per tanti è anche meglio se effettivamente le federazioni escluderanno qualche big dai campionati. Erano antipatiche perché vincevano sempre loro e agli altri restavano le briciole. Ora almeno ci saranno più possibilità di competere per il titolo.

4° – Il calcio non è più solo uno sport da tanto tempo. Gira tutto intorno agli interessi economici e la Superlega è solo l’ultima trovata. Può cambiare il nome, ma il vero ultras sbandiererà sempre il suo “odio eterno al calcio moderno“.

5° – Le competizioni internazionali perderanno i pezzi forti? Pazienza. Vorrà dire che le trasferte in Champions ed Europa League saranno sullo stesso livello di quelle della Conference League. In sostanza, che i top club (o presunti tali) si chiudano pure nei loro castelli dorati. Basta che nessuno tocchi la finale a Tirana.

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Ruggero
Ruggero
3 anni fa

Ti sei anche dimenticata che il VAR o la VAR l’hanno introdotta per loro xché non se ne poteva più dei loro furti sportivi.
Inoltre hanno dimenticato i veri valori dello sport, vince chi è più bravo, lo sport è sacrificio, sudore, rinunce, loro invece vogliono vincere x forza sempre

Dirk
Dirk
3 anni fa

C’è anche un fatto puramente pratico che rende apparentemente irrealizzabile questo torneo. Considerando il numero delle partecipanti (12-15-20 ?) esse dovranno disputare molte partite infrasettimanali durante il campionato Nazionale. Le tre italiane non vogliono abbandonare la serie A quindi le partite infrasettimanali le dovranno mescolare con quelle già previste nel nostro campionato. Come faranno? O meglio come faranno i compilatori del calendario del campionato di serie A? Pazzesco! So tutti matti!

ANTONIO
ANTONIO
3 anni fa

Ben detto

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