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Dai cinepanettoni ai personaggi di spicco: perché la Lazio vince ma resta impopolare?

Lazio - Napoli, scenografia per i 120 anni

Qualificazione in Champions, coppe nazionali, statistiche: ma perché la Lazio resta comunque impopolare?

È una domanda che troppo spesso abbiamo smesso di porci.
Nei periodi di mediocrità (prima era Lotito) era comprensibile. Risultati scadenti, giocatori poco famosi, competitor con titoli importanti (ma chi?). Poi sono arrivate le coppette – o porta ombrelli se vogliamo – che sicuramente non meritano il risalto mediatico di un titolo nazionale nonostante lo siano a tutti gli effetti.

Diciamo che nell’anno solare i temi che principalmente investono la Lazio nei media sono: razzismo, teorie sul calcio scommesse, sparate del presidente e di contorno vittorie e record individuali.
Sì, perché poi ci si ferma e si fa una analisi.
La Lazio negli ultimi dieci anni è seconda solo alla Juventus per titoli vinti in Italia.
Nell’ultima stagione ha avuto il capocannoniere del campionato in squadra (vincitore anche della scarpa d’oro) e il record man europeo di assist. Banalmente, si potrebbe pensare in una stagione fortunata: no, perché la riserva di Belotti in Nazionale ha conquistato già 3 titoli di capocannoniere, un titolo di miglior marcatore in EL e ha realizzato 139 gol in nemmeno 5 stagioni a Roma.

Ma allora perché almeno per la stampa siamo comunque l’altra squadra della capitale quando si primeggia per natività e per titoli?

Sono poche le squadre italiane che vantano titoli europei e i biancocelesti sono tra queste. E basta con la scusa della Champions: quest’anno si partecipa eppure nelle trasmissioni sportive la Lazio è alla stregua di Fiorentina e squadre di mezza classifica. Non è bastato Klose (più gol di tutti nei campionati mondiali), non basta Piola (capocannoniere assoluto della Serie A).  In compenso da non perdere in edicola la VHS con il record di gol di “***” (il nome già lo sapete). Ma poi perché RECORD se è secondo?

Comunque, dei motivi ci devono essere e li andremo a scovare dal passato più remoto fino ad oggi. Ovviamente, non si pretende di essere popolari quanto Juve, Milan o Real Madrid ma si parla di squadre statisticamente di pari rango.

La fondazione.

Non parliamo della nostra, la storia la conoscono tutti.
Parliamo di quella dell’altra squadra di Roma, che ha messo insieme le forze di una serie di squadre già esistenti “per combattere le forze del nord”.
In generale il successo fu piuttosto scarso rispetto alle top nordiche ma di sicuro parliamo di una squadra costruita a tavolino dallo stato, dal regime, dal potere.
Tutto quello che poi la tifoseria di questa società dirà di odiare profondamente e esserne rappresentanza di resistenza.
In ogni caso 7 squadre per formarne una. Curioso quindi che fin dai primi anni la ebbero molti più tifosi della Lazio: è come stupirsi se a una cena di Natale, in una famiglia con sette fratelli, ci siano molti più cugini che in una famiglia con un figlio solo.
Già da qui, capiamo la grande disparità numerica tra le due tifoserie, principale causa di minore popolarità della Lazio.

Gli anni ’80.

È innegabile, che per un largo periodo la roma ha avuto risultati nettamente migliori rispetto alla Lazio. Dopo i ragazzi del ’74 e la morte di Maestrelli, per la Lazio è cominciato un decennio pessimo.
Nel frattempo, la Roma prendeva Falcao. In città è normale (e in questo caso giusto) che la protagonista fosse la squadra giallorossa.
La coincidenza vuole, però, che il mondo stia cambiando: la tv è un mezzo di comunicazione comunissimo, il cinema va alla grande e si sviluppa un nuovo filone di commedia all’italiana.
Quello che oggi genericamente chiamiamo “Cinepanettone”.
Quante risate grazie ai fratelli Vanzina. Il problema è che la fede calcistica di questa coppia la conosciamo tutti e tanto bene, in più in quel periodo la Roma andava forte (spoiler: negli anni ’80 hanno vinto gli scudetti un po tutti tra cui Napoli e Verona).
Ed eccoci qua: Nela e Pruzzo ne “L’allenatore nel pallone”, “Errore tuo, 10 lo do solo a Falcao” in Vacanze di Natale, “Vacanze in America” ecc ecc.
La roma è ovunque, la Lazio solo rappresentata da burini o da perdenti.
Questo si trascina fino ai 2000 ma il personaggio si configura più alla realtà: laziale avvocato\notaio un pò burino, romanista coattissimo ma simpatico. Ma ormai è tardi. L’immagine della roma nella capitale è troppo più rilavante e il terreno da recuperare agli occhi dell’italiano cinefilo è troppo.
Quante volte in giro per l’Italia la domanda : “Ma sei romano o laziale?”.

Marchi e sponsor.
Social significa pubblicità. Pubblicità significa popolarità.
C’è poco da fare: marchi come Nike, Adidas, Emirates, Qatar hanno un appeal e un subliminale riconoscimento troppo potente da dover considerare.
L’originalità e la bellezza delle recenti maglie Macron ci hanno fatto brillare gli occhi ma per un adolescente che passeggia a via del corso il baffo americano significa molto.
Seleco ha riaffiorato ricordi di un passato che per i più grandi vale oro, Qatar lo si vede sulle maglie dei top club europei.
Ovvio, a noi sta benissimo così ma la popolarità effimera è dettata da questi canoni.

Posizioni di risalto.

Non è sparlare, si riportano dichiarazioni dette dai diretti interessati, persone tra l’altro estremamente competenti nei propri ruoli.
Il presidente del consiglio si è detto “Romanista sfegatato”. Il presidente del CONI è risaputo. L’unico “nostro” era il sindaco che però ci ha voltato le spalle con la storia della maglietta regalata e ha improntato una campagna su #famostostadio.

Giornalisti delle più importanti testate non hanno mai nascosto la loro fede calcistica.
È normale (anche se forse poco professionale?) che l’altra squadra – ovvero la Lazio – non venga messa in primo piano.
E qui nasce un sottogruppo: la differenza di stile.
Abbiamo conosciuto la fede calcistica di giornalisti illustri come Cucchi solo dopo il pensionamento.
Sappiamo di vip tifosi laziali per conoscenze personali o per casualità. Perché la lazialità non è apparire è essere.

E per questo ci piace essere impopolari.
Perché vero che se non parlano della Lazio in televisione o sul giornale ci brucia lo stomaco ma è anche vero che se ne parlano pensiamo scaramanticamente che sarebbe meglio non parlarne.
Abbiamo costruito la nostra identità sulla rivalsa. Ecco, nonostante meriteremmo qualcosa di più è meglio non cambiare.

Ma poi, anche se il tifoso della Lazio è cambiato, saremmo in grado di sostenere tanta popolarità?

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3 anni fa

l’asr è nata da un regime politico che voleva utilizzare il calcio come macchina del consenso. Questo marchio non se lo è mai tolto. Oggi, con tutti i mezzi comunicativi a disposizione, è tutto molto più semplice. Dietro la macchina da propaganda guidata da esperti della comunicazione, l’asr è diventata mediaticamente una “società importante”. Ricordatevi che non è importante quello che è vero ma quello che viene percepito dalla gente. Film italiani dove c’è spesso un riferimento all’asr, trasmissioni televisive di intrattinemto dove immancabilmente c’è una riferimento a loro, articoli di giornale a senso unico, esaltazione dei loro giocatori, etc Alla fine questi messaggi arrivano (basta studiare un pò di teoria della comunicazione) e di conseguenza la Lazio è ridotta ad una società estranea e lontana dal vissuto popolare. Alla parola Lazio dai media è associata: scandalo, crisi, litigio, sconfitta, mentre l’asr ha associazioni molto positive. Nn è un caso, è tutto studiato a tavolino ed i media vengono foraggiati, soprattutto in questi ultimi tempi di loro grandi crisi economica.

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3 anni fa

X me che sono nato il 26 10 51 abbiamo vinto tanto

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3 anni fa

Sicuramente la Roma é spinta molto più della Lazio a livello mediatico, su questo non c’è dubbio. Ma sostenere che abbiano ottenuto nella storia gli stessi risultati sportivi mi sembra un’esagerazione. E non mi riferisco tanto ai 3 Scudetti a 2 o alle 9 coppe italia a 7, quanto alla differenza nei piazzamenti. In un campionato dove juventus, milan e inter monopolizzano praticamente ogni scudetto, andare a conteggiare quello scudetto o quella coppa in più delle altre squadre ha poco senso (lo si potrebbe definire episodico). Ma nei piazzamenti non c’è proprio storia. Da quando in champions league non si qualifica solo la vincitrice del campionato, la Roma ha partecipato a 12 edizioni della Coppa dei Campioni, la Lazio a 6. La Roma vanta inoltre una finale, una semi, e un paio di quarti in Champions, la Lazio solo un quarto. Senza contare poi i tanti campionati in B giocati dai Laziali tra gli anni 70′ e 80′. E’ per questo che io paragonerei la Lazio più alla Fiorentina (ma anche al Napoli) rispetto alla Roma, che reputo essere la quarta squadra italiana per distacco.

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3 anni fa

Ve la state a vive male però

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3 anni fa

Perché la maggior parte dei giornalisti e non solo nello sport non sono professionisti sono imbecille prestati ai giornali….

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3 anni fa

Lazio impopolare ?
Probabilmente è vero.
Ma non lo era pre lockdown in corsa per lo scudetto.
Lo è divenuta dopo.
Perché ?
Perché nessuno vuole che semini sogni e poi raccogli illusioni. Nessuno, nemmeno chi non è laziale.

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3 anni fa

Scusate ma cosa vince la Lazio per essere popolare?

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3 anni fa

Per integrarsi

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3 anni fa

perchè ultimamente ha vinto qualche trofro con zero visibilita e importanza

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3 anni fa

Questo perché purtroppo a volte non ce lo meritiamo

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3 anni fa

Forse perché a livello di comunicazione è una società da terza categoria

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3 anni fa

Perchè …. può essere un vanto, raggiungere traguardi con minime spese .. !!!

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3 anni fa

Concordo pienamente

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3 anni fa

Forse perché i norcini sono più interessanti. Dicono che siamo di destra ma la Roma è la squadra del Capoccione ??

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3 anni fa

Perchè …. può essere un vanto, raggiungere traguardi con minime spese .. !!!

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3 anni fa

La serie A vi dimentica .Indagati a vita.

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3 anni fa

Alessandro Epifani

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3 anni fa

Alessio Frontani

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3 anni fa

Comunque, non è un sondaggio, è un articolo.

Gabriele
Gabriele
3 anni fa

Silvio con la “Comunicazione” è diventato presidente del Consiglio. Noi abbiamo un montanaro alticcio che si fa riprendere dal figlio con il cellulare e sbiascica delle frasi senza senso. Potrei continuare per ore a parlare del perché non abbiamo la stessa cassa di risonanza dei riommici,ma credo che con l’esempio appena scritto,abbia centrato in pieno l’obbiettivo.

Last edited 3 anni fa by Gabriele
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3 anni fa

perché sono di piu quindi più operatori dei vari settori tipo media e della politica nazionale e locale sono della Riomma e poi cosa importante la fascia di mercato è maggiore ! Ma sono sicuro che gia lo “sapevate” e volevate vedere se eravamo preparati ?

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3 anni fa

perchè se, come è vero, essi sono più di noi (rapporto 3 a 1?) lo sono anche nelle posizioni di vertice (giornalisti, politici, direttori, registi, opinionisti, produttori ecc). E si sa che chi è dalla parte della maggioranza si sente protetto ed è più propenso a esternare la propria fede e a fare il gradasso nei confronti della minoranza… #StraccaliEverywhere

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3 anni fa

Perché nelle varie redazioni e programmi televisivi c’è un’alta infiltrazioni di peperoni e servi dei nemici di Lotito in Lega.

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3 anni fa

Io non sono convinto che i romanisti sono di più magari in citta’ ma in tutto il Lazio non credo

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3 anni fa

Perché chi se ne frega… Pochi ma buoni

Massimiliano
Massimiliano
3 anni fa

Ho letto con molto interesse il suo articolo e le faccio i complimenti perché ha detto ‘SEMPLICEMENTE’ LA VERITÀ..SU LA SSLAZIO 1900 E SULLA NOSTRA MENTALITÀ… P.s A mio avviso,una analisi così non era affatto semplice. Saluti

Dirk
Dirk
3 anni fa

Grande Daniele Ercolani ! Bell’articolo : hai colto nel segno e soprattutto hai letto nel pensiero di tanti laziali.

Romano
Romano
3 anni fa

Intanto pensiamo a cambiare il ‘tifoso’ della Lazio… ‘Nsia mai che arrivino uno sponsor decente e magari una nuova proprietà… certo far dimenticare alcune ‘esternazioni’ di parte della nostra tifoseria non sarà cosa semplice…. ed è anche vero che se ci sono appartenenti alla categoria dei mass media che non vedono l’ora di inzuppare i biscotti nel latte, è anche vero che dalle nostre parti qualcuno non vede l’ora di scaldare il latte… prepare la caffettiera… apparecchiare la tavola… predisporre zucchero, miele, marmellate…

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