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Mica mi sta bene… Chiffi horror, ma certi giornali di più

Mica...mi sta bene

Il tema di oggi della rubrica diversamente diplomatica è l’arbitraggio di Chiffi in Torino-Lazio, ma non solo…

di Micaela Monterosso

1 novembre, tutti i santi. Per santificare la festa, li ho interpellati proprio tutti: da Sant’Adele a Santa Zita, soffermandomi con una certa enfasi su San Martino, protettore degli arbitri… Questa non ve la devo spiegare, vero?

Chiffi ieri ha diretto un capolavoro degno della peggiore sceneggiatura horror. Fischia come un dannato qualunque cosa, praticamente un vigile all’ora di punta sul Lungotevere: il rigore su Belotti, ad esempio, non può essere mai rigore. È cascato da solo, come aveva già provato a fare – senza successo – nei minuti precedenti.

Temo giochi nella squadra torinese sbagliata.​

Poco dopo non fischia un rigore – stavolta netto – per fallo di Luiz Felipe ai danni di Verdi. Spero per compensazione. Pensavo volesse redimersi, invece niente.​

Continua a dispensare cartellini a caso, fischia fuorigioco inesistenti – detto da una donna è tutto dire – e, non contento, si prende una ventina di minuti per riguardare al Var il tocco di mano di Nkoulou. Con calma eh… Vuoi anche due pasticcini?

In questo infinito marasma di inesattezze (direttore, guarda come sono diventata educata) commesse dall’arbitro, secondo voi, su cosa si sono soffermate oggi le testate di Cairo? “L’arbitro va in tilt, la Lazio ringrazia”, “Al Var sbaglia su Nkoulu”. Mo, vabbè che vabbè, ma che davero davero?? Passato il primo momento di sbandamento (tipo quello di Patric a Bruges) sono stata travolta da un sentimento di incredulità per quanto letto. Ma veramente si può arrivare a toccare un punto così basso? Va bene che la testata è la sua, ma questa è prostituzione intellettuale. Un tifoso, a caldo, può scrivere certe cose – è il cuore a sovrastare il cervello – ma da un giornalista (o presunto tale) non lo accetto. Mi dispiace.​

Tornando alla gara, dopo il rigore trasformato da Ciruzzobellodecasa, sul gol del 3-4 ho iniziato a iperventilare. Non c’ho capito più niente. Ho lanciato mio marito e abbracciato il cane. O forse ho lanciato il cane e abbracciato mio marito. Mo non mi ricordo.​

Inzaghi nel post partita si è presentato ai microfoni di Dazn con la mascherina. Sotto aveva il tubicino dell’ossigeno. Il povero Simone, come me (e credo molti di noi) è invecchiato 10 anni in 90 minuti.​ È uno di noi. Più di molti di noi. (Lotito rinnoviamo???)

Tanto cuore. Tutto cuore. Nonostante la settimana difficile, i tamponi, gli assenti, gli stadi vuoti, i telecronisti inascoltabili. Siamo vivi. La Banda Inzaghi c’è e resiste.​

Ha segnato Caicedo, come a Cagliari. Al 98°. Sempre lui. La pantera. Il cavaliere nero.​

E ar cavaliere nero, si sa…

Ciao Gigi. Pure se eri romanista fracico, te vojo bene lo stesso.​

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