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Diamo i numeri: è Strakosha il regista della Lazio

Nuova rubrica di statistiche biancocelesti targata sololalazio.it. Diamo i numeri: il portiere è la chiave per la costruzione dal basso.

di Daniele Caroleo

Come dobbiamo interpretarlo? È un fattore positivo o negativo?”, sono alcuni dei quesiti posti dagli appassionati a commento di una recente statistica, pubblicata da LazioPage, secondo la quale nella Top5 della Serie A per i tocchi di palla nella trequarti difensiva ci sarebbero ben tre calciatori della Lazio: Strakosha, al primo posto, con 146, Acerbi, al terzo, con 143, e Patric, in quarta posizione, con 126.

La domanda, in effetti, è più che legittima. Soprattutto quando si tratta di numeri. D’altronde, poi, come asseriva Pitagora, “i numeri regnano sull’universo”. E ciò che ne deriva, ciò che si ricava da essi, è, per certi versi, fondamentale.

Anche nel mondo del calcio, dove i numeri e le statistiche rivestono un ruolo importantissimo. Sia per gli addetti ai lavori, che sui dati che emergono basano, molto spesso, le proprie scelte, tecniche e tattiche, sia per i semplici utenti ed appassionati, che cercando di interpretare, per l’appunto, quegli stessi dati, valutano, in un modo o in un altro, una determinata prestazione, una partita, un episodio o un singolo calciatore.

L’interrogativo però, almeno per il momento, resta: come dobbiamo interpretare un dato del genere? E’ una Lazio più guardinga? Meno battagliera? Addirittura difensivista?

Partiamo da un inciso: la costruzione dal basso è una delle peculiarità del pensiero tattico di Simone Inzaghi. Tale caratteristica della squadra biancoceleste, volta a far salire la formazione avversaria per creare degli spazi e sfruttarli con la velocità dei propri esterni o con le giocate delle mezzali, si è, per altro, affinata sempre di più nel corso degli anni.

Soprattutto, poi, dalla stagione passata, che ha visto l’entrata in vigore del nuovo  regolamento con la modifica della ripresa del gioco dopo una rimessa dal fondo. Secondo le nuove norme introdotte, infatti, la palla è diventata giocabile subito dopo la battuta, senza quindi dover aspettare la sua uscita dall’area di rigore. Per le squadre schierate con la difesa a tre, come la Lazio, in questo caso la soluzione ideale consisterebbe quindi nel far abbassare uno o due difensori centrali di fianco al portiere, mentre il terzo solitamente si schiera fuori dall’area.

In questo modo si attira molto più facilmente la pressione degli attaccanti avversari, con scambi corti tra l’estremo difensore ed i suoi compagni di reparto, trovando di volta in volta la soluzione migliore per avanzare, magari minacciando la profondità grazie, ad esempio, alla velocità di Lazzari (attualmente, giusto per non smentirci quando iniziamo a dare i numeri, al secondo posto in Serie A per velocità in sprint, con una media di 34.63 km/h).

Il fatto, quindi, che gli interpreti difensivi della Lazio siano nelle prime posizioni della speciale graduatoria tra i calciatori del nostro campionato con più tocchi di palla nella propria trequarti, non deve assolutamente spaventare. La Lazio, dunque, non ha deciso di trincerarsi in alcun modo. Non è inibita o schiacciata. Tutt’altro. Possiamo invece considerare, a ragion veduta, questa indicazione statistica come una scelta tattica precisa e ben definita da parte di Simone Inzaghi e del suo staff.

Una scelta tattica che, tra l’altro, non va di certo ad inficiare il gioco o le opportunità di andare a rete per la formazione biancoceleste. Ed anche in questo caso, ad avvalorare ulteriormente questa affermazione, ci vengono in soccorso i numeri (ma tu guarda): la Lazio, infatti, al momento, è quarta in Serie A per numero di tiri in porta complessivi (ben 20), con Ciro Immobile anche lui nella medesima posizione per quanto riguarda i calciatori con più conclusioni in campionato (11 per l’attaccante di Torre Annunziata).

E questi, inutile negarlo, sono i dati statistici di una formazione che gioca per attaccare e per vincere. Coinvolgendo, nel contempo, tutti i suoi interpreti, in un modo o in un altro, nella manovra offensiva. Come è giusto che sia per una grande squadra.

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