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Radu: un filo inscindibile che lo lega alla Lazio

Radu The Boss sbarca su Instagram: il benvenuto dei compagni

Stefan Radu e la Lazio, un amore senza fine

a cura di Chiara Hujdur

Giocare a calcio, oggi, è come fare scalo in aeroporto. Qui tanti volti passano; tanta gente arriva, sosta per un po’, poi riparte. Non c’è il tempo per creare un legame con il luogo in cui si è atterrati che già bisogna imbarcarsi su un altro volo. E’ vero, sì, viaggiare permette di vedere posti sempre nuovi, conoscere diverse culture, nuove persone, ma c’è una cosa che toglie: senso di appartenenza. Quella sensazione di sentirsi a casa, che è data dall’attaccamento all’ambiente in cui vivi, alle persone che fanno parte della tua quotidianità, alle abitudini che hai costruito nel tempo e a cui sei legato. Quando si sale sulla giostra del professionismo sportivo ci si deve adeguare al suo ritmo: produttivo, sì, di tanta ricchezza, ma travolgente e frenetico, che non lascia spazio a sentimentalismi di sorta. Così è la regola vedere tanti giocatori cambiare maglia da un anno all’altro, frequentatori assidui di aeroporti e avvezzi al trasloco. Come se tutte le diverse squadre in cui approdano fossero solamente uno scalo in vista della prossima ripartenza.

Come ogni regola, però, anche questa ha le sue eccezioni. C’è chi, arrivato in un ambiente, crea con questo un legame più profondo, autentico, disposto ad abbattere la fredda barriera economica, che nel calcio orienta quasi sempre il rapporto calciatore (col suo entourage) e società. Così è stato per Stefan Radu: approdato alla Lazio nel gennaio 2008, non l’ha più lasciata.

Radu, dall’arrivo nella Capitale a senatore della Lazio

Aveva 22 anni quando dalla Dinamo Bucarest ha fatto il salto di qualità alla volta della Capitale, sponda biancoceleste. Si può dire che Radu, della Lazio, abbia conosciuto tutti i volti: quello vincente, che lo ha portato ad alzare 6 trofei in dodici anni (3 Coppe Italia, tra cui quella storica del 26 maggio vinta da protagonista in campo e 3 Supercoppe Italiane) e quello più buio. Infatti lui rimane l’unico “superstite”, tra i giocatori biancocelesti di oggi, ad aver vissuto la disastrosa annata della Lazio di Ballardini (2009-2010) che dopo la gioia della Supercoppa vinta ad agosto, nel febbraio seguente si ritrova a lottare per non retrocedere. Con il subentro di Reja in panchina, anche grazie alla buone prestazioni fornite da Radu, la Lazio risale pian piano la china e da terz’ultima in classifica arriva a chiudere la stagione al dodicesimo posto. Radu diventa anno dopo anno un costante punto di riferimento, accumulando presenze ed esperienza in campo, mostrando il lato più carismatico e trascinatore, apprezzato da allenatori e soprattutto dalla tifoseria. Diventa a tutti gli effetti un senatore della squadra.

L’infortunio e l’inizio della “crisi”

Proprio quando pareva chiaro che le strade della Lazio e del romeno fossero intersecate a vita, dopo undici anni di puro amore, arriva la crisi. L’infortunio alla caviglia nel marzo 2019 ha portato Radu “a vedere tutto negativo”  e a sfogare la rabbia verso società e compagni, come ha ammesso lui stesso. Pian piano si è allontanato dalla Lazio, fino al punto in cui la ferita sembrava non si potesse più ricucire. Al momento di fare il passo d’addio in estate, però, il dietrofont. E’ stato quel senso di appartenenza ad affacciarsi alla porta di Stefan: le radici che aveva piantato a Roma e accuratamente rinsaldato, anno dopo anno, gli hanno ricordato che la Lazio è casa sua. Dopo aver rifiutato tutte le offerte sul banco, fa un passo indietro, chiarisce con la dirigenza e viene reintegrato nel gruppo. Arrivato ad Auronzo di Cadore con un sorriso a trentadue denti, si presenta commosso in conferenza stampa facendo prima mea culpa, ribadendo poi di essere tornato nella sua ” famiglia laziale” e augurandosi di ripagare sul campo la rinnovata fiducia riposta dalla società in lui. A giudicare dal fatto che questa stagione sia partito titolare in tutti i match di campionato, esclusi quelli in cui era indisponibile per infortunio o squalifica (ne ha saltati solo 4 su 26), si può dire che le aspettative siano state ampiamente ripagate. Ad avvalorare questo dato si aggiunge anche la vittoria della Supercoppa Italiana a dicembre, giocata sempre da titolare, contro la Juventus. Per concludere, in questa stagione, ha toccato quota 372 presenze con la maglia della Lazio, al quarto posto della classifica dei giocatori con più apparizioni in biancoceleste e con la possibilità, alla ripresa del campionato, di raggiungere il podio spodestando Paolo Negro (376 presenze).

Insomma, Radu costituisce un vero e proprio anello saldo tra passato e presente della Lazio. E’ l’emblema ed incarnazione in campo di quella passione per la maglia che va al di là del dovere professionale.  Per questo la storia tra lui e la Lazio non sembra per nulla destinata a finire: c’è un filo che li lega che ha saputo resistere anche alle intemperie e proprio per questo, ora, è destinato a rafforzarsi.

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