
L’ex trequartista della Lazio si è raccontato in un’intervista esclusiva al Corriere dello Sport tornando a parlare anche del periodo in biancoceleste
L’ex giocatore della Lazio, Mourad Meghni, si è raccontato al Corriere dello Sport.
Nell’intervista esclusiva al quotidiano romano in edizione odierna, l’ex biancoceleste è tornato a parlare anche della sua esperienza nella Capitale e del suo rapporto con il mister Delio Rossi.
“I miei problemi furono dovuti in parte agli infortuni e in parte alla mia testa.
Ho sempre detto di non aver mai pensato al “piccolo Zidane” come soprannome. Non me la sono mai tirata, ma questo evidentemente non mi ha aiutato agli occhi della gente.
Un giorno mi chiamò il ds Salvatori per dirmi che ero stato ceduto ad una squadra che avrebbe giocato in Champions League l’anno successivo. Le squadre in ballo erano Inter, Milan, Roma e Lazio. Quando arrivai a Roma, sponda biancoceleste, Manfredini mi disse che avevo fatto un errore e che se lo avessi chiamato mi avrebbe sconsigliato di accettare l’offerta della Lazio.
Il problema era Delio Rossi: il mister avrebbe dato spazio agli stessi undici per tutta la stagione, lasciando briciole a noi altri. I primi giorni dovetti fare i conti con la pubalgia, ma subito dopo Rossi mi fece giocare al posto di Mauri, che era quasi un figlioccio per lui. Quello fu un bel periodo, ricordo la partita contro il Werder Brema in Champions League: regalai due assist a Rocchi”.
